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Terrorismo e diritti dell’Africa nel nuovo Diabolik [Anteprima]

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In Come una pantera, la storia inedita della serie regolare di Diabolik in uscita a settembre, il Re del Terrore affronta un’avventura drammatica, che si svolge in un’inusuale ambientazione pseudo-centro-africana. Diabolik è costretto a rinunciare a un colpo milionario che stava architettando e a improvvisare per ottenere ciò che più gli è caro al mondo: la salvezza di Eva. Per farlo se la deve vedere con i “Liberatori”, un gruppo di terroristi ispirato al gruppo jihadista Boko Haram.

diabolik 9 2016
Copertina e quarta di copertina di Matteo Buffagni

«Diabolik vive in un mondo a parte, almeno dal punto di vista geografico, dove ci sono stati come Clerville o il Beglait e dove nessuna nazione è del tutto sovrapponibile a quelle della nostra geografia». Ci ha detto Andrea Pasini, co-scrittore del soggetto della storia, riguardo all’ambientazione di Come una pantera. «Il suo mondo e il nostro, però, si assomigliano molto. Anche lì troviamo ambientazioni di tipo caraibico, Sud americano, estremo orientale e, come in questo caso, centro africane.»

«Durante la stesura di questo soggetto è proprio l’ambientazione pseudo-centro-africana che ci ha ispirato nella caratterizzazione dei nemici che Diabolik si trova ad affrontare in questa occasione», ha aggiunto Pasini, spiegando da dove deriva l’idea dei Liberatori. «Avendo bisogno di un gruppo paramilitare che rapisse dei turisti occidentali ci è venuto naturale trarre, parziale ispirazione dallo scellerato gruppo terroristico noto come Boko Haram che, da noi, ha base nel Nord della Nigeria».

In anteprima, sei pagine a matita.

«I nostri “Liberatori” come Boko Haram vogliono troncare ogni rapporto della popolazione locale con l’Occidente e, così come nella realtà, anche nel fumetto le prime vittime dei terroristi sono le stesse popolazioni locali, in particolare le donne che qui vengono rapite per essere vendute a popolazioni vicine», continua Pasini. «Quello che manca ai cattivi del prossimo albo di Diabolik è la connotazione religiosa (o presunta tale) e questo non perché avessimo paura di mettere in scena un gruppo esplicitamente jihadista o per un malinteso senso di “correttezza politica” ma perché nell’universo diaboliko la religione è sostanzialmente assente (c’è giusto spazio per qualche setta bizzarra, ma meno che occasionalmente) al punto che, in genere, neanche nei cimiteri di Clerville si possono vedere croci o altri simboli confessionali».

In anteprima, tre pagine definitive.

Diabolik: “Come una pantera”
Settembre 2016
Soggetto: Mario Gomboli, Andrea Pasini e Michele Iudica
Sceneggiatura: Diego Cajelli
Matite: Matteo Buffagni
Chine: Giorgio Montorio e Luigi Merati

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