Il 25 dicembre sarà distribuito nei cinema italiani Spider-Man – Un nuovo universo, primo film d’animazione dedicato al supereroe Marvel creato da Stan Lee e Steve Ditko nel 1962. Negli Stati Uniti, dove è uscito il 14 dicembre, è stato accolto con il plauso di pubblico e critica. Gran parte di quest’ultima si è espressa in modo molto positivo, parlando dell’originalità della storia e, soprattutto, dell’innovazione grafica e visiva delle animazioni.
Il film è prodotto tra gli altri da Philip Lord e Christopher Robert Miller, coppia di autori che ha già lavorato su successi come Piovono polpette, 21 Jump Street e, soprattutto, The LEGO Movie. Lord è anche l’autore del soggetto e della sceneggiatura del film, scritta insieme a Rodney Rothman (Il grande match, 22 Jump Street). Quest’ultimo, con Bob Persichetti (Il piccolo principe, Il gatto con gli stivali) e Peter Ramsey (Le 5 leggende), è uno dei tre registi che si sono occupati della direzione del film.
Nella sua settimana di lancio negli Stati Uniti, Spider-Man – Un nuovo universo si è piazzato primo al box office, incassando 35,4 milioni di dollari, una cifra ben al di sopra della aspettative di Sony. Inoltre, a neanche un mese dall’uscita, ha già collezionato una serie di premi e nomination davvero consistente. Ed è plausibile, scrive il critico Claudio Aguilar di Cartoon Brew, che il film sarà presente tra i 5 contendenti per il premio Oscar 2019 nella categoria Miglior film d’animazione.
Non è il solito film su Spider-Man
Si tratta anche di un film un po’ particolare perché non racconta direttamente di Peter Parker, lo Spider-Man che conosciamo tutti, ma di Miles Morales, l’Uomo Ragno afro-ispanico di un universo alternativo, introdotto da Brian Micheal Bendis e Sara Pichelli nel 2011 sulle pagine del fumetto Ultimate Spider-Man.
Miles Morales si è ritagliato un ruolo di primo piano all’interno del fumetto statunitense, diventando uno dei personaggi Marvel preferiti dai fan (la sua storia l’abbiamo raccontata qui). Tanto che nel 2015 è entrato a far parte dell’universo Marvel regolare, fino ad arrivare ad avere una serie tutta sua, uscita proprio in concomitanza con il film. Lo stesso Bendis – nel frattempo passato da Marvel a DC Comics – è stato coinvolto come consulente nella produzione del film.
Cosa e come lo racconta
Spider-Man – Un nuovo universo racconta di come Miles Morales acquisisca i propri superpoteri diventando Spider-Man e di come, combattendo contro Kingpin, finisca in una serie di universi alternativi incontrando gli Spider-Man delle altre dimensioni.
Durante il film compaiono quindi diverse versioni del supereroe – ognuna disegnata in modo diverso – prelevate di peso dai fumetti: Spider-Gwen, Spider-Ham, Spider-Man Noir e Peni Parker (la versione anime dell’Uomo Ragno), oltre che il Peter Parker originale.
Quella di mostrare e mettere assieme i diversi Spider-Man che popolano il vasto e complesso multiverso dei fumetti Marvel è un’idea che Lord non ha nascosto di aver preso in prestito dalla saga Ragnoverso del 2014.
Scritta da Dan Slott e Christos Gage per i disegni di Olivier Coipel e Giuseppe Camuncoli, la storia vedeva Spider-Man collaborare con diverse sue versioni alternative provenienti da universi paralleli per combattere la casata degli Eredi, vampiri psichici che si nutrono degli avatar ragneschi.
Perché sta avendo successo
Non era facile proporre con successo un nuovo film su Spider-Man all’interno di quello che è un franchising che dal 2002 a oggi ha visto ben 6 pellicole e 2 reboot, il primo dei quali – quello con Andrew Garfield nel ruolo del protagonista – deludente sotto il profilo critico.
Come scrive The Verge, «il progetto ha avuto il potenziale di offrire una interpretazione del personaggio nuova e radicalmente diversa, in grado di garantire un film indipendente in un mare di titoli appartenenti a franchising interconnessi».
La riuscita della pellicola, quindi, starebbe proprio nella sua unicità. Secondo The Atlantic, «il mondo non aveva davvero bisogno di un altro film di Spider-Man, che è esattamente ciò che rende Spider-Man – Un nuovo universo un piacere così inaspettato: in qualche modo, all’interno di un genere completamente saturo, attraverso la pura creatività artistica, fa qualcosa di nuovo».
«È il tipo di successo apparentemente senza sforzo che fa sembrare semplice produrre un buon film di supereroi: trovate un eroe piacevole e un nemico vivace, assumete qualcuno che sa come scrivere delle buone battute e, per amor di Stan Lee, rendetelo divertente», scrive il Guardian. «Ma Lord e Miller sono arrivati dove sono arrivati perché sanno che non è così semplice. Prima di poter costruire un nuovo capitolo di cultura pop, hanno dovuto de-costruire tutto ciò che era venuto prima».
L’animazione
Il film, animato in CGI, unisce diverse tecniche che comprendono il 3D e il 2D resi con effetti mirati a richiamare la street art e, soprattutto, i fumetti: dalla sgranatura dei retini allo stile dei disegni, ispirati a quelli di Sara Pichelli, la co-creatrice di Miles Morales, e di Robbi Rodriguez, disegnatore di Spider-Gwen.
«La visione di Spider-Man – Un nuovo universo è, senza mezzi termini, un’esperienza entusiasmante e qualcosa di mai visto prima al cinema» scrive su My Movies Andrea Fornasiero. «Il dinamismo e la stilizzazione dell’animazione 2D ha finalmente incontrato i volumi, la profondità e la libertà dei movimenti di macchina di quella in 3D, in una sintesi sbalorditiva.»
I registi Peter Ramsey, Bob Persichetti e Rodney Rothman hanno spiegato che per arrivare al risultato finale è stato fatto un lungo lavoro di ricerca: ci è voluto un anno per realizzare 10 secondi di animazione convincenti. Da lì i tre sono partiti a sviluppare tutto il progetto, che è arrivato a coinvolgere ben 172 animatori, una quantità di personale mai impiegata finora in un film d’animazione prodotto da Sony Pictures.
Il supervisore degli effetti visivi Danny Dimian ha raccontato che Christopher Miller e Phil Lord dissero al loro staff che l’obiettivo era quello di creare qualcosa che non si capisse come era stato fatto, che fosse qualcosa di mai visto prima o, ancora meglio, che fosse entrambe le cose. Il loro obiettivo «era incoraggiare le persone a sperimentare e giocare, nella speranza di trovare nuove idee».
I realizzatori hanno impostato l’estetica del film ispirandosi ai fumetti. Il design dei personaggi richiama il disegno a due dimensioni, con i colori che escono dai bordi e inchiostrature che sembrano tracciate a mano, funzionali a restituire espressività ai volti. Il risultato è particolare, lo si nota soltanto andando a guardare i dettagli (come dimostra il processo in tre step per arrivare alla resa finale qui di seguito) ma conferisce all’immagine un gusto diverso dagli standard a cui è abituato il pubblico.
Similmente, l’effetto impreciso dei fondali e le gradazioni dei colori sono stati studiati partendo dalla resa di stampa dei comic book e dal Ben-Day dots, mentre le animazioni sono state talvolta abbellite dai “Kirby Dots”, una massa di puntini che Jack Kirby usava spesso nei propri fumetti per ricreare esplosioni di energia.
Di Spider-Man – Un nuovo universo colpisce soprattutto lo stile d’animazione staccato, che va contro la perfetta (e algida) fluidità delle animazioni contemporanee, e avvicina il prodotto alla tecnica della stop-motion. Un artificio simile al precedente film animato di Lord e Miller, The LEGO Movie, in cui i mattoncini erano animati al computer dando però l’impressione che fossero filmati in stop-motion. Come ha confessato Persichetti, non è stato facile raggiungere questo risultato con i software d’animazione odierni, perché i programmi non contemplano l’imperfezione.
«Siamo tornati ai fumetti. Abbiamo iniziato ad analizzare il processo di stampa, la rappresentazione semplificata della luce e degli inchiostri sui personaggi. Quanto è importante la singola posa. Tutti questi dettagli sono finiti nel nostro mirino. E poi abbiamo messo in discussione tutti gli aspetti cinematografici come l’effetto mosso, la messa a fuoco e il fatto che ogni film animato è “on ones”, cioè che ogni fotogramma presenta un disegno diverso. Questo perché i simulatori di effetti fisici come il movimento dei capelli e dei tessuti hanno bisogno di una nuova immagine a ogni fotogramma. Noi però volevano animare il film “on twos”, con il disegno che cambia ogni due fotogrammi per conferire quel ritmo particolare. E se non vogliamo avere l’effetto mosso, come spostiamo la macchina da presa, come suggeriamo il movimento?»
New York e la contemporaneità
Sin dai tempi del suo esordio, Spider-Man si è contraddistinto per essere un eroe metropolitano. Le sue storie, infatti, sono ambientate spesso tra Manhattan, il Queens e Brooklyn, tre delle più note zone di New York. Basti pensare ad alcune scene d’azione in cui è calato solitamente, mentre si arrampica sui muri di un palazzo, svolazza appeso alla sua ragnatela tra i grattacieli o combatte qualche criminale nei bassifondi dei quartieri più malfamati della città.
Non è un caso che gli autori del film siano stati molto attenti alla riproduzione dei fondali e, soprattutto, alle resa di New York. Un aspetto che restituisce alla pellicola una buona dose di realismo, così come ad esempio sottolinea il critico del New York Times A.O. Scott, che ha definito Spider-Man – Un nuovo universo «un grande film su New York, ispirato dalla vita della città piuttosto che da stereotipi obsoleti. Strade e metropolitane, appartamenti e cortili scolastici sono
disegnati in modo magnifico e fedele, così come gli umani di tutte le età, forme e colori. La gente parla veloce, la musica è forte e a volte frenetica, e tutti sono in movimento tutto il tempo».
L’attenzione alla contemporaneità di Spider-Man – Un nuovo universo è stata fortemente voluta dai registi, che hanno cercato di raccontare la situazione sociale, culturale e metropolitana in cui si muove il protagonista: «ci sono molti dettagli della vita di Miles: dove è cresciuto, com’è la sua famiglia, com’è la sua scuola», ha spiegato Peter Ramsey. «C’è specificità culturale. Un’altra idea è che New York e i suoi vari quartieri sembrino davvero personaggi specifici nel film. E che abbiano un aspetto davvero contemporaneo. Com’è oggi Brooklyn? Com’è oggi il Queens? Tutte queste cose servono a creare un personaggio che non sia solo “diverso”, ma che sembri davvero reale.»
Le musiche
La colonna sonora è composta dalle musiche del britannico Daniel Pemberton e da brani originali realizzati da autori di primo piano del panorama hip-hop statunitense: Post Malone, Swae Lee, Nicki Minaj, Anuel AA, Juice Wrld, Lil Wayne, Jaden Smith e XXXTentacion.
Secondo le intenzioni dei produttori, la colonna sonora di Spider-Man – Un nuovo universo è stata concepita per avvicinarsi ai gusti musicali di un ideale giovane ragazzo americano come Miles Morales. «Come già per la colonna sonora di Black Panther – scrive Uproxx – il film comprende la sua rilevanza culturale, il momento di cui parla e il mondo che deve rappresentare, e lo fa anche attraverso la sua colonna sonora, una delle migliori mai realizzate in ambito hip-hop».
Il primo singolo diffuso è stato Sunflower di Post Malone e Swae Lee, accompagnato da un videoclip animato che riprende scene del film e le mescola con i testi della canzone. Su YouTube, nel momento in cui scriviamo, il video ha superato i 125 milioni di visualizzazioni.
Il futuro
Prima dell’uscita del film nelle sale, sono già stati annunciati un sequel e uno spin-off di Spider-Man – Un nuovo universo, che vedranno la luce nei prossimi mesi. Il regista Joaquim Dos Santos (Avatar: La leggenda di Aang) e lo sceneggiatore David Callaham (Wonder Woman 1984) sono già al lavoro per il seguito, che sarà incentrato su una storia d’amore fra Spider-Gwen e Miles Morales.
Lo spin-off – su cui è al lavoro lo sceneggiatore Bek Smith – sarà invece dedicato alla stessa Spider-Gwen, in compagnia di Silk (alias Cindy Moon) e a Jessica Drew (l’originale Spider-Woman).