Questa settimana per la rubrica “Lo scaffale di…” abbiamo chiesto a Claudio Avella – autore di Junky Cable per Shockdom – di raccontarci le sue letture più recenti.
Il Nao di Brown, di Glyn Dillon
Probabilmente l’opera a cui sono maggiormente legato, tratta con estrema sensibilità, che va dall’orientale all’occidentale, di sentimenti, di patologie mentali e delle piccole gioie che la vita ci può donare. Nao intervalla il lavoro al negozio di art toys e la sua visione della vita fatta di estremi e dalle sue compulsioni mentali. Nella ricerca della sua anima gemella però riuscirà ad espandere la sua concezione dell’esistenza, raggiungendo e donandoci emozioni che le erano precluse prima.
Se questo non bastasse, a completare il pacchetto ci sono dei disegni che reputo eccezionali, nei quali traspare l’enorme capacità di Dillon come storyboard artist. in Nao vediamo pian piano un messaggio filosofico zen prendere forma tra immagini e parole di una forza unica.
Invincible, di Robert Kirkman e disegnatori vari
A mio avviso il miglior fumetto supereroistico degli ultimi tempi. Una storia che parte quasi come uno scimmiottamento di Spider-Man, tra problemi adolescenziali e primi approcci ai poteri, confrontandosi però con la figura del padre ora eroe, ora nemico, ora unico appiglio. Finisce poi a trattare tutti i temi cari all’entertainment americano e strizzando l’occhio ai manga. Un’opera completa, capace sempre di sorprendere. Ultima nota doverosa va ai disegni che sono un crescendo per Ryan Ottley ed una gioia per gli occhi per Cory Walker.
Lo scontro quotidiano, di Manu Larcenet
Qui si tratta di vita comune, di problemi politici, fisici, scelte esistenziali, rapporti lavorativi, turbe mentali e tutto ciò che riguarda il vissuto di tutti i giorni, con estrema sensibilità, interrogando il lettore su cosa è giusto, su quali scelte etiche siano utili o solo prese di posizione.
Un’opera che sa riempire e svuotare la mente e il cuore fermandosi e prendendo una forma spesso quasi autobiografica. Disegni semplici, aiutati da parole centrate sono capaci di tenerci incollati e farci emozionare con tematiche sempre più serie e concrete.
Alita, di Yukito Kishiro
Forse la prima opera che mi ha avvicinato al cyber punk insieme ai libri di Philip K. Dick, letti da piccolo. Da essa ho certamente attinto all’interesse di parlare di donne forti capaci di caricarsi il peso del mondo sulle spalle e combattere per esso. In Alita abbiamo una concezione tipica del cyberpunk con in basso le città discarica abitata da reietti e persone che tirano a campare, in alto la città tecnologica, in cui scienza e ricchezza progrediscono.
I sentimenti si mescolano, tra paternità, fraternità ed amore creando un’atmosfera aiutata dai luoghi e dai personaggi assurdi e tipici del genere. Il tratto di Kishiro è tra i più belli che il Giappone ci ha offerto, matura sempre di più e nelle opere posteriori si scardina anche dalle basi manga, ma questo è un altro discorso! Sicuramente le avventure dell’angelo della battaglia traspaiono in qualche pezzo anche nella mia ultima opera, Junky Cable.
Deadly Class, di Rick Remender e Wesley Craig
Quando parti da una trama facile e finisci in una delle cose scritte meglio che siano mai esistite, questo è Deadly Class. Marcus, un ragazzo orfano dal passato pessimo, per una serie di vicissitudini si ritrova ad essere uno studente di una scuola di assassini. Da questo si delineano personaggi con personalità egregiamente definite, citazioni a tutta la cultura anni 80 e non solo, battaglie caratterizzate dai vari stili da assassini, ragionamenti e pensieri che tutti si sono ritrovati a fare ma mai nessuno aveva messo su carta in modo così vero, crudo, divertente e avvincente.
Rick Remender è assolutamente insieme a Matt Fraction e Jason Aaron uno degli scrittori statunitensi più forti degli ultimi tempi. I disegni di Wes Craig poi sono uno spettacolo di storytelling e resa.