L’anno scorso vi ho lasciati con una figlia esuberante e una in arrivo. Bene: quest’estate ne avrò due esuberanti per cui «Amore, mi dispiace ma Fumettologica mi ha chiesto di recensire questo e quello» is the new «Forse la mia sanità mentale se la caverà anche a questo giro». Cosa leggerò, quindi, nei giorni di afa che si prospettano? Sicuramente The Private Eye, perché Vaughan, per me, continua a essere la punta di diamante di un fumetto che sintetizza alla perfezione intrattenimento e riflessione. Special Exits di Joyce Farmer mi aspetta sul comodino da troppo tempo: la riflessione semi-amara della Farmer è qualcosa che, nel bene e nel male, ci sfiora tutti. Il primo volumone di L’età della convivenza è finalmente uscito sotto la cura di Paolo La Marca, l’ennesima occasione per entrare nel gigantesco ed emozionante mondo di Kazuo Kimamura, rilevante quanto l’arrivo di L’uomo senza talento di Yoshiharu Tsuge, grazie a Canicola Edizioni e Vincenzo Filosa. Dylan Dog non lo seguo più, salvo rare occasioni: la combo Ratigher/Paolo Bacilieri/Montanari & Grassani, che hanno realizzato il numero 369, è sicuramente una di queste. Infine un po’ di sana follia con Malloy di Taddei & Angelini, atteso lavoro del duo dopo il monumentale Anubi.
– Andrea Fontana
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A metà tra Parigi e Berlino, la mia sarà un’estate di lavoro, studio e alienazione tra pagine di Platone, schermi di computer, giapponesi in fila davanti a Notre-Dame e, ovviamente, fumetti al parco. Di ritorno da una gita a Bruxelles, dove Gipi è in mostra al Centre Belge de la Bande Dessinée, credo approfitterò delle vacanze per completare e approfondire la mia conoscenza di questo grande maestro del fumetto italiano (a cominciare dal corposo La terra dei figli, negligentemente lasciato a impolverarsi da ormai troppi mesi…). Le Storie di David Mazzucchelli mi tentano fin dalla loro uscita, e non escludo una ripassata generale con tanto di Batman: Year One e Asterios Polyp. Per il resto, siccome è bene tenere allenato il proprio cinismo anche durante l’estate, ho preparato la ricetta perfetta: rilettura integrale di Watchmen (messa in programma quando hanno annunciato la pubblicazione dell’edizione annotata, che con mio sommo disappunto è slittata da giugno a novembre), Palla Rossa e Palla Blu di Maicol&Mirco, Mox Nox di Joan Cornellà e soprattutto l’omnibus di Dickie, piccolo gioiello di humour nero dell’autore belga Pieter De Poortere, colpo di fulmine che l’elevato consumo di birra del mio week-end brussellese mi sembra giustificare solo in parte, e che quindi suppongo genuino.
– Piero Santoro
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Quando, agli inizi degli anni Sessanta, in tournée in Italia, Joao Gilberto sente per caso alla radio la canzone Estate di Bruno Martino, ne coglie immediatamente la potenzialità e la riarrangia in stile bossanova. Subito diventa uno standard che tutti vogliono e vorranno continuamente eseguire e incidere: da Chet Baker a Mina a Vinicio Capossela. Ecco. L’estate è uno standard jazz. Torna tutti gli anni uguale, eppure ricca di variazioni, a concederci quella manciata di giorni di noia di cui abbiamo disperato bisogno. Salvo poi, quando ce l’abbiamo quella noia agognata, lamentarcene. Allora per alleviarla un po’ sceglierò cinque fumetti da leggere. Su testi di Max Landis e disegni di una sfilza di bravi professionisti, Superman: Alieno americano, interessante lettura critica della formazione identitaria dell’uomo d’acciaio. Di Hans Rickheit Squirrel Machine, intrigante e originale riflessione sul funzionamento narrativo dei fumetti. E per lo stesso esatto motivo Fuggire di Guy Delisle. Che poi intendiamoci, si possono anche godere come storie bellissime, senza farsi le menate che mi faccio io. Di Guido Buzzelli La Trilogia, riedizione di tre storie incredibili di un autore incredibile. Poi, quando sei sul far dell’autunno, per chiudere il tedio dell’estate, MidTones e i Quadernibrutti di Josephine Yole Signorelli, una che fossi un editore terrei d’occhio, perché secondo me appena trova un suo più ampio respiro narrativo, spacca di brutto.
– Boris Battaglia
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D’estate non riesco mai a leggere tutto ciò che vorrei. Come si fa? È dura recuperare un anno in due settimane, e scusate ma si dovrà pur vivere un po’ – altro che leggere, dai. Poi il bello è proprio prendersi un piccolo bagaglio e fantasticare realtà alternative… Ok, quest’anno mollo tutto e vengo a vivere qui. Che ci vuole? La lingua la imparo. Come no… Lo dico ogni anno, in vacanza, ma poi mi arrendo. Guardo la libreria e mi abbandono ai miei peccati da borghesuccio. Eccole, le mie vite immaginarie alla portata. Mi aspettano i 24 volumi di Tintin appena pubblicati in allegato alla Gazzetta dello Sport. Ma anche i quattro albi con cui Editoriale Cosmo ha ristampato Alack Sinner, in formato piccino ma amen. Qualche Tex, Classic o nuovo, che non tradisce mai. La Trilogia di Buzzelli appena ristampata da Coconino. Poi tutti i manga che durante l’anno mi ritrovo a impilare sugli scaffali, tipo Rough di Mitsuru Adachi e Sunny di Taiyo Matsumoto. Per non parlare di quei bei volumetti francesi di George Wolinski (A bas l’amour copain) e Reiser (Mon papa) che ho trovato l’estate scorsa in Provenza… ma quando li ripubblicano? Però che bello sarebbe conoscere il francese… Basta, sto di nuovo fantasticando. So già come andrà, mi conosco. Non avrò tempo di leggere niente, pescherò un libro vecchio da qualche bancarella dell’usato e finirò l’estate spulciando da quello. Fino alla prossima vita immaginaria. Non basta una vita, in realtà, per leggere i fumetti. Talvolta, vale giusto il contrario. Buone vacanze!
– Davide Scagni
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Il mare non fa per me, eppure ogni anno per un motivo o per un altro mi ritrovo con i piedi nella sabbia, totalmente fuori luogo, immerso nella folla di bagnanti. Mi rifugio sotto l’ombrellone, sdraiato, e m’immergo nella lettura della pila di fumetti arretrati che puntualmente si accumula sempre più alta. Sono un peccatore, lo so, ma uno di quelli che almeno si propongono di migliorare o, quanto meno, di pulire la propria coscienza sporca da lettore di fumetti. Per quest’anno ho deciso di non fossilizzarmi esclusivamente sulla lettura di graphic novel ma di dedicare un po’ di tempo anche alle uscite seriali, i manga arretrati, a cui sono tanto affezionato e che durante l’anno metto, ahimé, in disparte. Darò di certo la precedenza a L’attacco dei giganti, e sono certo sarà una lettura più che piacevole dato che la storia è andata molto avanti svelando, finalmente, buona parte dei misteri che avvolgono la serie. Ancora, dopo un acquisto massiccio, ho deciso di cominciare, recuperando i vecchi numeri, Le bizzarre avventure di JoJo. Un manga conosciuto, in maniera generale, grazie al “sentito dire” e alla lettura di numeri sparsi, ma che immediatamente mi ha colpito per la qualità dei disegni, dal tratto sicuro e dinamico, e per il sovrabbondante uso di citazioni cinematografiche e musicali da scovare nel corso della lettura. Come graphic novel, affido il mio intrattenimento ad un prodotto Tunué: La cosa smarrita di Shaun Tan, racconto visionario dalla composizione grafica davvero intrigante.
– Sergio Mario Ottaiano
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Posto che le wishlist di letture estive sono un po’ come i fioretti di capodanno e finiscono inesorabilmente tradite, queste sono le cose che vorrei riuscire a leggere: riprendere e concludere Providence di Alan Moore, visto che da qualche tempo è uscito anche il terzo e ultimo volume mentre io sono ancora fermo all’inizio del secondo; della prima edizione di La guerra di Alan, mi è sempre mancato il secondo volume di tre, ma ora che Coconino l’ha ripubblicata per intero, in un solo tomo, non ho davvero più scuse per non recuperarlo; La trilogia di Guido Buzzelli è forse il volume italiano da leggere assolutamente di quest’anno e, come spesso mi capita con i testi considerati un dogma, ancora non ci sono riuscito; di Private Eye avevo letto e amato i primi capitoli in digitale, preferendo poi attendere una versione cartacea per apprezzare al meglio l’opera: ora è uscita e almeno questa sono sicuro di leggerla in queste settimane; Frantumi di Giovanni Masi e Rita Petruccioli, prima di tutto confesso perché li conosco entrambi, inoltre è un fumetto italiano che ha fatto abbastanza parlare di sé, quindi non posso resistere alla curiosità; mi aspetta già da un mese almeno in fumetteria L’età della convivenza di Kazuo Kamimura, di cui ho molto apprezzato le opere precedenti e della quale avevo visto un assaggio alla mostra l’anno scorso a Lucca, che subito mi aveva colpito. Avevo infine dato un contributo simbolico al crowdfunding di Shadow Planet perché amo molto il disegno di Gianluca Pagliarani e farò il possibile per trovare il tempo di leggerlo, ora che è uscito in volume.
– Andrea Fornasiero
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Pigra, pigra quest’estate: l’indolenza – complice il caldo – mi attanaglia. Accantonati romanzi, saggi et similia, mi dedico a riletture e recuperi, complice un mercato ormai sempre più interessato alle ristampe di opere “perdute” (si noti la più che meritoria ristampa di un classico dimenticato del fumetto italiano: la trilogia di romanzi a fumetti pubblicati da Buzzelli nella prima metà degli anni Settanta, o le collane integrali che Nicola Pesce Editore ha dedicato a due mostri sacri come Battaglia e Toppi). Pertanto, mi getto nuovamente nella lettura dell’Alack Sinner di Muñoz e Sampayo, pubblicato in formato bonellide da Cosmo. Mentre sfoglio le pagine di questa edizione (la cui carta non rende giustizia all’opera) sogno il bellissimo volume integrale pubblicato da Salamandra Publicacions y Edicions. Mi dedicherò a breve anche all’integrale di Brian the Brain di Miguel Angel Martin, sempre per NPE, pubblicato da poco in un’edizione economica, il cui unico difetto è un formato troppo piccolo che soffoca la prima parta della storia, condotta dall’autore su una tavola che strizza l’occhio alle soluzioni francofone. Sul versante più leggero – per modo di dire, visto la mole biblica – rileggerò una delle opere fondamentali di Mark Millar, quella Ultimates che ha ridefinito totalmente l’immaginario delle creature della Casa delle Idee: un’opera realista e cruda che immerge i personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby in un mondo post-11 settembre. Una lettura rinfrescante come il Messner di Michele Petrucci è consigliatissima: gli acquerelli dell’autore segnano un percorso dell’anima attraverso le imprese eroiche di questo moderno titano. Il grande prato di Roberto Grossi rappresenta una bella sorpresa: racconto crudo e potente sulle periferie della capitale, in quegli spazi vuoti e interstizi dove si intrufola prepotente la vita. Menzioni di merito per Eris Edizioni, i cui titoli sono un must. Autori consigliati: DeForge, Rickheit e Jacobs. Buone letture, ragassuoli.
– Tonio Troiani
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Darò ufficialmente il via all’estate quando comincerò il recupero di Providence. In realtà mi manca da leggere solo l’ultimo volume della serie, ma voglio arrivarci con dei ricordi più freschi. Lo rileggo anche per un altro motivo: da tempo vorrei scrivere un pezzo su tre autori che negli ultimi anni hanno cercato di far fare un passo avanti al modo di rappresentare il terrore cosmico lovecraftiano. Jacen Burrows è quello più in continuità con il passato, ma aggiunge alcune soluzioni formali interessanti che vorrei approfondire. Mi piacerebbe affrontare con la dovuta concentrazione anche Alpha: Directions. Mi piacciono i libri che hanno l’ambizione di voler raccontare la vita, l’universo e tutto quanto, e questo fumetto di Jens Harder pare proprio fare al caso mio. Ammesso che rimanga del tempo, mi metterò in pari con qualche serie di comics, a partire da Paper Girls. Poi passerò a Clean Room (chissà se regge dopo l’abbandono di Jon Davis-Hunt) e infine sarà la volta di American Monster di Azzarello, visto l’annuncio di saldaPress relativo ad Aftershock. In realtà l’attività estiva che preferisco è leggere in cortile per incamerare nel mio corpo abbastanza fresco da affrontare la notte. Il fumetto prescelto è il primo volume dell’integrale di Dick Tracy pubblicata da Cosmo. Sembra fatto apposta: posso interrompere la lettura quando preferisco e il volume si mantiene bello aperto una volta appoggiato al tavolo. Ciò significa che nel frattempo posso mangiarmi un ghiacciolo.
– Matteo Contin
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I tempi più rilassati che concede l’estate mi permettono di prendere in mano con la dovuta calma una serie di volumi piuttosto importanti, sia per quantità di pagine che per qualità di contenuti. In giardino, sotto il gazebo, mi dedicherò alla lettura di diverse opere franco-belga pubblicate di recente: Il mondo di Edena di Moebius, finalmente raccolto in edizione integrale per un totale di quasi 500 pagine di viaggi fantastici nella mente di uno dei più grandi fumettisti di sempre; il primo volume dell’edizione completa de Le torri di Bois-Maury di Hermann, un classico che finora non sono mai riuscito a leggere per intero; le prime annate del Tif & Tondu di Will, altra opera imprescindibile della bédé che Nona Arte sta proponendo, con non poco coraggio, in una splendida edizione di lusso. Per concludere, un’infornata di Druillet: Lone Sloane, Salambò, Yragaël, Vuzz. Senza dimenticare il nuovo Grande Diabolik, ovviamente.
– Andrea Queirolo
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Buona parte dei miei propositi di lettura fumettistica per questa estate rimandano al Giappone. Un recente articolo di Paolo La Marca su L’uomo senza talento di Yoshiharu Tsuge, e poi un film che ho trovato per molti versi affine (Achille e la tartaruga di Takeshi Kitano), mi hanno fatto venire voglia di riprendere in mano con maggiore cognizione di causa questo libro che già alla prima lettura mi aveva impressionato come pochi altri. Una lettura parallela potrebbe essere il Viaggio a Tokyo di Vincenzo Filosa (cui si deve la traduzione dell’opera di Tsuge, e che proprio qui ripercorre le orme dei grandi autori del fumetto gekiga). Sicuramente porterò nel mio zaino Sunny di Taiyo Matsumoto, che da un bel po’ volevo recuperare, e forse anche Cat Eyed boy di Kazuo Umezu. Sul versante europeo, due titoli che potrei idealmente connettere sia per lo sguardo disincantato e straniante che gettano sull’infanzia sia per l’inusuale tecnica stilistica (nel primo caso il richiamo è all’incisione, nel secondo alla pittura) sono La favorita del francese Matthias Lehmann e Pelote dans la fumée del croato Miroslav Sekulic-Struja. Per letture più “divaganti” e fuori dagli schemi mi rivolgerò invece a due maestri statunitensi come John Kricfalusi (Spumco Comic Book) e Jim Woodring (Frank e Weathercraft), ma anche alle storie di Giorgio Carpinteri (Incrocio magico), in vista dell’attesissimo ritorno con Aquatlantic annunciato nel 2018 per Oblomov.
– Matteo Maculotti
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Ciao, siccome le altre volte che ho scritto questi trafiletti erano venuti molto affettati, questa volta improvviserò come il Thelonious Monk della critica fumettistica quale io sono. Ho una pila di fumetti arretrati che è alta come me e che ha tanta voglia di crescere, sono fumetti vecchi di due anni che si sono accumulati per pigrizia e impegni lavorativi. Di recente ho infatti trascorso un po’ di giorni nella Milano da bere e ho passato il tempo a giocare a calcio balilla (ho perso), mangiare cibo poliglotta e bere cocktail deluxe megabuoni in locali raffinatissimi i cui avventori hanno sguardi che comunicano un grande senso di paura verso il silenzio. Quindi il tempo per leggere fumetti è davvero ridotto al minimo. Però due settimane fa ho preso questa importante decisione, ho sgomberato il tavolo, mi sono messo un pacco di frollini al kamut nello zaino e ho iniziato a scalare la montagna, via normale. Campo base: Secret Wars. Bivacco: My Favorite Thing is Monsters. Sosta mobile: Will Eisner: a Centennial Celebration. Vetta: Saga vol. 7. Tempo stimato per la scalata: se finisco prima di agosto probabilmente divento KOM su Strava.
– Andrea Fiamma
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Quest’estate ho voglia di manga. Forse perché ho letto molto (solo) americano durante l’anno, e buona parte di questo l’ho letto per motivazioni più o meno professionali. Quindi ho bisogno di staccare un po’, e cambiare aria. Tra le scoperte più interessanti di questo 2016-17 (quando si parla di fumetti, l’anno per me va da Lucca Comics a Lucca Comics) vi è sicuramente Kazuo Kamimura. I suoi Storia di una geisha e L’età della convivenza hanno saputo rapirmi e appassionarmi come non accadeva da tempo. Credo che in italiano mi manchi solo Lady Snowblood, in cui Kamimura è in realtà ‘solo’ disegnatore. Poi devo finire Soil di Atsushi Kaneko. Di questo mi mancano un paio di volumi, ma mi sa che dovrò rileggermelo tutto da capo. La memoria, purtroppo, non è più quella di un tempo. L’anno scorso ho anche ricevuto in regalo tutto Vinland Saga, ma per un motivo o per l’altro non ne ho mai iniziato la lettura. Il genere non è proprio my cup of tea, ma Makoto Yukimura è un figo e Planetes mi era piaciuto tantissimo. Un’altra cosa che voglio recuperare è L’uomo senza talento di Yoshiharu Tsuge. Non conosco l’autore, ma tutti ne parlano bene e sono curioso. Sul comodino ho anche il primo cartonato di Monstress, di Marjorie Liu e Sana Takeda. Ok, questo non è proprio un manga, ma la disegnatrice è giapponese. Ah, poi fatemi mettere dentro anche E la chiamano estate. Anche qui non un manga, ma le autrici… vabbè, l’avete capito. Insomma, un sacco di roba da leggere. Dovrei pagare qualcuno che lo faccia per me.
– Daniele Croci
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Rileggendo gli articoli degli scorsi anni mi sono reso conto di non aver mai mantenuto le promesse, perciò quest’anno ho deciso di procedere in un altro modo: come un geologo che analizza una parete di sedimenti vi porterò a scoprire cosa si è accumulato nell’area “da leggere” della mia libreria, tra le varie Angoulême e Lucca Comics, i giri in fumetteria, i recuperi nell’usato e qualche titolo che mi è venuto voglia di rileggere nei mesi scorsi ma che è ancora fermo lì, contando che in questi mesi almeno qualcuno di questi riuscirò a smaltirlo. In alto a sinistra ci sono il Warlock di Roy Thomas e Gil Kane e quello di Jim Starlin, dall’edizione di qualche anno della Gazzetta, rilettura doverosa dopo la visione di Guardiani della Galassia 2, in cui il suo cameo mi ha lasciato molto insoddisfatto. La componente di bédé è assicurata da Salambò, Esteban e Texas Cowboys, usciti da tempo ma che ho recuperato solo ora; da qualche parte dovrei avere anche un’antologia di Achille Talon e un paio di volumi di Olivier Rameau ancora da leggere. Secondo le leggi della fisica, le letture leggere (Bonelli, Topolino e il mio guilty pleasure Dragon Ball) verranno erose presto, mentre temo che qualcosa di più pesante continuerà a rimanere sul fondo anche dopo l’estate. Le strisce di Al Taliaferro pubblicate dall’Anafi sono fondamentali da avere per un cultore di Disney, ma abbastanza indigeste: ne ho letta qualcuna e le ho riposte subito, in attesa di un pomeriggio di pazzia. Essential Power Man & Iron Fist mi accompagna da Lucca 2009, leggerlo ormai sarebbe quasi eresia. In basso a sinistra si intravede un volumone verde orizzontale, l’edizione di The Upside-Down di Sunday Press, comprata solo due anni fa e fissa alla base della pila da allora. Subito sopra c’è Des-agréments d’un voyage d’agrément di Gustave Doré: avrò mai tempo/voglia/forze di leggerlo o diventerà col tempo parte della struttura portante della libreria?
– Alberto Brambilla
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L’inizio dell’estate è sempre colmo di proclami tipo “meno social, più letture”. Poi però agosto svanisce, e ciò che resta è solo un cimitero di buone intenzioni. Quest’anno cercherò invece di essere più concreto, partendo dei proclami realistici. Voglio innanzitutto rimettermi in pari con la collana Super Eroi Classic pubblicata in edicola da la Gazzetta dello Sport, in particolare con le storie di Spider-Man di Ditko e quelle dei Fantastici Quattro di Jack Kirby. E poi, come al solito, tante letture “da spiaggia”, con Tex, Dylan Dog e Topolino su tutte, ma anche la novità Mercurio Loi di Alessandro Bilotta e il Necron di Magnus, ripubblicato da Editoriale Cosmo. Per robe più impegate e impegnative, ci sarà poi tempo da settembre in poi.
– Andrea Antonazzo
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Una volta c’erano solo le classifiche di fine anno, che erano in parte un metodo rapido e furbo per fare una mancolista e in parte un buon motivo per sentirsi in ansia per quanto tempo si era perso in robette senza importanza. Poi è arrivata la mania di fare il recap di giugno, con i migliori libri, film e serie tv uscite fino a quel momento. Un modo come un altro per farti capire che anche a metà strada sei rimasto irrimediabilmente indietro. Ma si sa, oggi svagarsi è una galera. Al che vale forse la pena fermarsi un attimo a riflettere. Va bene stare sul pezzo e fare il serio, ma alla fine bisogna ricordarsi che in quei mondi illusori uno si rifugia anche per sbollire giornate non sempre al massimo della piacevolezza. E infatti poche settimane fa, dopo essermi appuntato per ben bene nomi di autori davvero imperdibili di questo 2017, sono finito a scervellarmi ore per risalire a un libretto fantasy che avevo letto alle elementari e di cui improvvisamente, dopo quasi 25 anni, sentivo un fortissimo bisogno. Per la cronaca, alla fine ho scoperto trattarsi del celebre Redwall di Brian Jacques. Fortuna che con i fumetti sono un poco più allineato e posso permettermi qualche deviazione senza troppi rimorsi. Per questo motivo dedicherò la pausa estiva al recupero in volume – esce giusto, giusto ad agosto – della serie Sun Bakery di Corey Lewis, una sorta di Brian Lee O’Malley fuori tempo massimo con l’ossessione di Super Metroid. Ennesimo esempio di autore di cui penso di essere forse l’unico estimatore – e non certo per eccesso di lungimiranza da parte mia – in tutta Italia. Pessima scelta? Forse, ma tanto è estate, il Texone l’ho già letto e le classifiche di dicembre sono ancora a distanza di sicurezza.
– Evil Monkey
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Tra le tante letture che affronterò nel riposo estivo, tre sono i fumetti che sono in posizione prioritaria sul mio comodino: Frantumi di Rita Petruccioli e Giovanni Masi. Un connubio dalle grandi potenzialità: l’esordio in grande stile di una delle illustratrici più interessanti del panorama attuale, in grado finora di conciliare uno stile elegante e giocoso con la rappresentazione di figure dal profondo spessore, sui testi di Giovanni Masi, uno degli sceneggiatori più tecnicamente preparati sulla piazza. Il tema è delicato, la sfida è difficilissima. Staremo a vedere. Le Chat Noir di Marco Galli. Un libro perduto e ritrovato dell’autore di Oceania Boulevard, uno dei fumetti che ho più apprezzato negli ultimi anni. Qualcosa di più di un esercizio di stile, in cui già affiorano i temi e gli stilemi padroneggiati nell’altra opera citata. Galli è autore abile e colto, nella cui scrittura omaggio e parodia si mescolano in un’ironia sottile, spesso illuminata da lampi anche perturbanti di grottesco. Eterna Artemisia di Giuseppe Palumbo. Ho scoperto da poco questa gemma (scritta per una mostra tenutasi a Palazzo Strozzi quasi 10 anni fa) che sembra realizzata apposta per soddisfare le mie più recondite fantasie culturali: Giuseppe Palumbo (non esattamente il primo arrivato) che affronta l’archetipo della Grande Madre nelle sue cangianti e feconde forme, in un un complesso viaggio narrativo attraverso varie epoche, tra passato e distopia. Gnam gnam!
– Adriano Ercolani
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Sul filo di lana anche quest’anno consegno il mio contributo all’articolo sulle letture estive. Ho deciso che è inutile fare elenchi sterminati e proclami di buoni propositi perché tanto, come quelli di settembre e quelli del primo gennaio, vanno in fumo pure questi dopo il primo bagno al mare. Perciò indico il Programma di Letture Sostenibili, al grido di “sincerità!” e “coerenza!” I fumetti che SICURAMENTE leggerò da qui a settembre, potesse beccarmi un fulmine, sono: Residenza Arcadia di Daniel Cuello, Monolith (secondo tempo) di LRNZ, Uzzeo e Recchioni, L’età della convivenza di Kazuo Kamimura e Mooned di Lorenzo Palloni. Due libri abbastanza agili e due discrete mattonelle. Riuscirò nella sostenibile impresa? Male che va, ammucchio per l’anno prossimo. Per il resto, buone vacanze a tutti e lunga vita ai lettori pigri.
– Federica Lippi
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Io qui i titoli intanto ce li scrivo, di fatto capita che poi ne leggo metà. Oppure capita che quelli che cito tornano a farsi leggere l’anno dopo (tipo l’ultimo Chester Brown, citato l’anno scorso o Trash Market di Tadao Tsuge). L’anno scorso citai 4 Kids Walk Into a Bank e un numero – il quarto – lo leggo anche quest’anno, perché escono lentissimi. Tornano anche Crickets di Sammy Harkham con il sesto albo e Ganges di Kevin Huizenga con il quinto (i primi numeri si sono visti anche per Coconino). Ho in corso un po’ di recuperi di manga: sto rileggendo Maison Ikkoku di Rumiko Takahashi, mentre la raccolta di storie brevi Blue Spring, di Taiyo Matsumoto, la sto “leggendo” in giapponese (l’ho studiato ma me lo sono dimenticato, però vale anche per i disegni, eh, si segue bene). Sto apprezzando molto il volume tascabile The Airship Adventures of Little Nemo di Taschen, che ricompone (in maniera discutibile ma io ho apprezzato) e raccoglie le avventure aeree dell’eroe di Winsor McCay, e Anna e Froga di Anouk Ricard, una delle letture più divertenti che ci siano in giro al momento. E una striscia contemporanea, Sticks Angelica, di Michael DeForge.
– Valerio Stivé
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Se ci fosse un solo “libro sul fumetto” da leggere nel 2017, penso sarebbe Krazy: George Herriman, a Life in Black and White. Vi avviso: è la più bella biografia mai scritta su un autore di fumetti. Sono a metà, e ho bisogno di qualche sera – possibilmente nella canicola, all’ombra di un cactus – per terminarla con la dovuta considerazione. Poi certo, siamo al solito problema: con un hardcover così, lo zaino-delle-letture-estive (la consueta valigia ha subito un downgrade, ostaggio della famiglia) non lascia spazio a più di altri 2/3 volumoni e a un pugno di albi. Per fortuna farò ferie spezzate, con tappa a casa per cambio libri. La pila che sto preparando, dunque, al momento è la seguente. Piccoli ma buoni: il formato tascabile illude e delude, e vedremo quanti ne entreranno in zaino. Ma intanto: un paio di Last Man arretrati, i primi Levius (tratto ‘europeo’, atmosfere steampunk: il prologo mi ha agganciato), qualche Demokratia (democrazia diretta + internet + androidi: #Grilloleggilo) e l’astratto Don’t come in here di Patrick Kyle. Fumetti per viaggiare: Williamsburg Shorts di tale Lucio Zago l’ho finanziato su Kickstarter, col malcelato obiettivo di farne una guida per un soggiorno newyorkese mirato (leggasi: studiare un bignamino sul retroterra del più hipster tra gli epicentri della cultura hipster). Chinamen parla di un tema che mi tocca da vicino. Messner lo porterò – indovina? – in montagna. Mega-manga: Ikki mandala (vol.1 e vol.2), ovvero la Grande Storia Anticolonialista Cinese – la rivolta dei Boxer – secondo Osamu Tezuka. Tuttavia lo leggerò in francese, perché è lì da anni a prendere polvere ma in un solo tomo ultracompatto. Unlucky young men vol.1 ha una trama noir tesa (pare) e pazzerella (sicuro): il furto a un portavalori per finanziare un film, sullo sfondo del ’68 giapponese, con guest star Takeshi Kitano. Letture lente: da tre anni mi trascino la biografia di Mizuki; mi manca il terzo tomo; suppongo dovrò scegliere tra questo e rileggere – a 13 anni dall’edizione francese, che ancora ricordo – L’uomo senza talento di Tsuge. Se poi si decidono a spedirmelo quei polentoni americani, leggerò anche il terzo The Mythology of S. Clay Wilson, non fosse altro che per i testi di accompagnamento, fiammeggianti incursioni nella vita & opere del più sporco & brutto & cattivo undergrounder statunitense. Una sporta in un tablet: tra copie stampa in pdf e acquisti digitali, qui c’è la vera risorsa del fumettòfilo vacanziero: dozzine di letture smaterializzate, un vero sollievo. Che non significa di qualsiasi genere: meglio brevi o dal look-and-feel digitale, per evitare di cavarsi gli occhi. I miei obiettivi potenziali sono il cinese Reverie di Golo Zhao, la distopia un po’ caciarona di Trees vol.2, il retromaniaco Paper Girls vol. 2, l’hipsterino New Romancer di Milligan, Huck (un Superman bambascione e forrestgumpiano by Mark Millar) e l’antologia nonfiction Bazar Elettrico di Giuseppe Palumbo & C. Sfizi da ombrellone (= edicola): i soliti Martin Mystère, Topolino, Dylan Dog e quest’anno anche Mercurio Loi, Lavennder e un Ridi Paperoga.
– Matteo Stefanelli