Presentato in occasione di Napoli Comicon – durante il quale allo stand Star Comics erano disponibili sia il primo che il secondo numero – Dragon Ball Super è l’adattamento a fumetti dell’omonima serie animata che di recente ha riportato alla ribalta gli eroi creati nel 1984 da Akira Toriyama (QUI le prime pagine da sfogliare).
Dragon Ball Super segna il ritorno sulla carta di Goku & Co., con la pubblicazione di una nuova serie dopo oltre 20 anni dalla conclusione di quella originale, nel 1995. Stavolta, però, ai disegni non c’è Toriyama – il quale si occupa solo del soggetto – bensì il giovane Toyotaro, già autore dello spin-off Dragon Ball Heroes: Victory Mission (basato sul videogioco Dragon Ball Heroes), pubblicato originariamente in Giappone nel novembre 2012 sulla rivista V-Jump, e nel 2015 dell’adattamento a fumetti del film Dragon Ball Z: La Resurrezione di F, sempre pubblicato in Giappone sulla rivista V Jump.
Toyotaro è stato ospite della scorsa edizione di Napoli Comicon, durante la quale abbiamo avuto occasione di intervistarlo grazie alla collaborazione dell’editore Star Comics.
Come nasce la collaborazione con Akira Toriyama?
Dopo la conclusione di Dragon Ball e degli spin-off che ci sono stati, Toriyama ha ideato un soggetto per Dragon Ball Super. Inizialmente si è pensato di usare questa idea per un anime, ma subito dopo è venuto fuori il progetto per l’adattamento a fumetti. Allora lo stesso Toriyama mi ha contattato per chiedermi di disegnare il manga.
Come mai ha scelto proprio te?
Hanno influito due cose. In primis, secondo il maestro Toriyama io disegnavo meglio di chiunque altro Dragon Ball; inoltre, ne ero, in modo sincero, un grande fan. Ci sono molti fan che conoscono benissimo il mondo di DB, ma la mia passione era più forte di quella di chiunque altro.
Da giovane leggevi Dragon Ball, immagino. Hai qualche aneddoto sulla tua passione?
Da bambino ho conosciuto prima l’anime e poi il fumetto. Effettivamente c’è un fatto divertente in proposito. All’epoca ero talmente un fanatico dell’anime che una volta la mia famiglia mi organizzò una festa di compleanno, tutto andava bene e mi divertivo, ma quando mi ricordai che proprio in quel giorno andava in onda un nuovo episodio di DB mi arrabbiai per essermelo perso, rovinando la festa a tutti.
Come lavori ora con Toriyama? Come interagite?
In pratica Toriyama prepara dei soggetti, che mi vengono passati dal mio editor della casa editrice Shueisha. Io allora dal semplice plot sviluppo lo storyboard, i testi e i disegni, che invio al maestro per l’approvazione.
In questo modo c’è quindi molto spazio per interventi personali?
Sì, partendo da un soggetto in formato testuale, posso inserire battute e gag di mia creazione, per cercare di renderlo il più moderno possibile.
Ci sono autori giapponesi che ritieni importanti per la tua formazione?
Oltre ad Akira Toriyama direi Nobuhiro Watsuki col suo Ruroni Kenshin. E tra i manga attuali mi piace molto My Hero Academia.
Ci sono invece fumetti occidentali che apprezzi? Gli elementi moderni di cui parli vengono magari anche dal cinema e dai cinecomics?
Effettivamente sono appassionato di film ispirati ai fumetti della Marvel. Anche se certe influenze non sono direttamente visibili nei miei fumetti, di fatto quel tipo di azione la trovo molto interessante e divertente.
Conosci invece fumetti italiani o occidentali?
Ammetto che non ne conoscevo, prima di venire a Napoli. Qui al Comicon ho avuto l’occasione di incontrare Zerocalcare, Roberto Recchioni, Giacomo Bevilacqua, Sio, Mirka Andolfo, Riccardo Federici, che mi hanno regalato i loro libri, e sono molto curioso di poterli guardare e scoprire.
Eri consapevole del successo planetario di Dragon Ball e soprattutto quale effetto ti ha fatto toccarlo per mano fuori dal Giappone?
Sapevo del successo di Dragon Ball, certo, però ciò che davvero mi ha stupito è stato notare come anche le nuove storie di Dragon Ball Super adesso siano amate tanto quanto le vecchie storie originali.
Dragon Ball Super è un manga che fa da raccordo tra il periodo di una trentina di anni fa di estremo successo del fumetto giapponese e la scena contemporanea. Secondo te come è cambiato oggi il mondo del manga in generale?
Da un punto di vista tecnico dell’autore, il lavoro è cambiato molto, grazie al digitale. Io ad esempio ho un assistente che abita lontano da me e ovviamente ci scambiamo i materiali via Internet. Ma anche le fasi di disegno, la colorazione eccetera sono cambiate e si sono velocizzate, grazie al digitale. Poi per esempio ora ho la possibilità di viaggiare e venire qui a Napoli, pur continuando a lavorare anche anche da qui.
Secondo te è cambiato anche il pubblico?
Se c’è una cosa che trovo diversa oggi rispetto ai decenni passati è che il manga viene apprezzato di più, ha ottenuto un riconoscimento e un rispetto del pubblico generalista che prima mancava. Prima i genitori ti rimproveravano di più se leggevi manga. Questo cambiamento si deve anche e soprattutto a grandi maestri come Akira Toriyama, che hanno contribuito ad arricchire ed elevare il fumetto in Giappone.