Il nuovo libro di Lorenzo Mattotti, in lavorazione da anni e intitolato Ghirlanda – QUI un’anteprima – è uno dei libri a fumetti più chiacchierati e attesi del 2017. A lenire la nostra impazienza, negli ultimi mesi sono uscite per Logos diverse pubblicazioni dell’autore. Tra queste, ad esempio, c’è Sconfini, un volume imprescindibile per gli amanti di Mattotti, e non solo: al suo interno viene racconta ogni opera dell’autore e contiene una lunga e approfondita intervista (di cui abbiamo pubblicato un estratto) che ne traccia il percorso artistico.
Sempre Logos ha recentemente ristampato in edizione economica Oltremai, volume uscito già nel 2013 (ma al prezzo di 100€, contro i 22 dell’attuale). Il lavoro è stato protagonista dell’omonima mostra alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dal 22 febbraio al 7 aprile 2013, in concomitanza con il festival Bilbolbul e Bologna Children’s Book Fair.
Oltremai raccoglie una serie di illustrazioni dal filo conduttore comune, disposte nel volume alternate ogni volta da una pagina bianca, avendo quindi un intenzionale ritmo di lettura lento, praticamente contemplativo. Il bianco della pagina a sinistra permette di dare respiro e sollievo all’occhio del lettore avvolto e travolto dall’imponenza del nero denso e materico delle illustrazioni.
Il volume nasce come costola del più noto e rilevante lavoro svolto da Mattotti attorno a Hansel & Gretel, ma non come un semplice spin off di minor rilievo o spessore. Così lo descrive Mattotti:
Dopo il mio lavoro su Hansel & Gretel, i due protagonisti della fiaba sono usciti dal bosco e hanno lasciato la scena ad altri abitanti di quella foresta archetipica. Ho cominciato a creare immagini narrative evocandole sul momento, lavorando con pennelli e inchiostro di china direttamente sulla carta, senza schizzi o altre mediazioni. Questa piena libertà che mi sono preso mi obbligava paradossalmente a un’estrema concentrazione sul soggetto e sulla composizione del disegno.
Il susseguirsi delle illustrazioni di Oltremai compone una narrativa tenuta insieme da una singolare alchimia densa di improvvisazione; si ha l’impressione di essere avvolti da un flusso unico e scorrevole, ma anche criptico e oscuro, come appunto è cupo ogni singolo dipinto su carta. È un racconto muto, che lascia estremo spazio di manovra e di divagazione all’inventiva dell’osservatore, posto di fronte ai torbidi scenari di una fiaba che sfiora l’horror per la claustrofobicità delle sensazioni evocate.
Graficamente – sia per gestualità del segno che per disposizione delle tavole – ricorda molto certi lavori di Stefano Ricci, come il recente Mia madre si chiama Loredana, che non è esattamente muto, essendo una sorta di racconto illustrato, ma nasce da simili istanze spontanee e mostra immagini disposte in sequenza. Ogni tavola di Oltremai è composta sia da macchie che da segni a pennello dalla forte spontaneità. È il lato più cupo di Mattotti, lontano dal Mattotti delle matite, travolgente come Chimera per dinamicità della linea (anche se qui assai più densa) e toni cromatici, e tra le prove più sanguigne e torbide dell’autore.
Oltremai
di Lorenzo Mattotti
128 pagine, b&n – 22€
Logos Edizioni