Mannaggia, quando penso a Legion, penso che tra poco resterete orfani di una lettura che vi ha dato conforto, affetto, financo slancio vitale per affrontare il mondo gelido e la vita grama. E quindi, prima di iniziare questo penultimo recap, ecco un contributo audio per farvi capire come mi sento.
Nel settimo episodio della serie, Cary, che era finito nel piano astrale, fa conoscenza di Oliver e lo recluta per aiutarlo a separare David dal Diavolo dagli Occhi Gialli. Poi dà a Syd un paio di occhiali che schermano le allucinazioni prodotte da Lenny. La ragazza parte al salvataggio dei membri del gruppo ancora intrappolati nell’istituto psichiatrico.
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Cary, Melanie e Oliver sono tornati nella camera da letto di David, dove sono impegnati a bloccare i proiettili che minacciano la vita di Syd e David, tentando nel frattempo di mettere al ragazzo la tiara che dovrebbe separare il Diavolo da lui. Intanto, intrappolato nella bara astrale, David discute con il suo io razionale le proprie origini: suo padre era un mutante che aveva lottato, sconfiggendolo, contro il Diavolo dagli occhi gialli e questi aveva cercato vendetta prendendo controllo di David, nel frattempo dato in adozione per motivi non ben precisati. Con questa nuova consapevolezza, David cerca una via d’uscita dal piano astrale, nello stesso momento in cui il Diavolo ha trovato Syd e Kerry, ed è pronto ad ucciderle, e Cary sta mettendo il collare per separare Lenny da David.
Nella camera da letto del giovane, il tempo torna a scorrere normalmente. David, con il meccanismo di Cary in testa, ha pieno controllo dei propri poteri e riesce a bloccare i proiettili e a riportare tutti quanti nella realtà. Il giorno dopo, a Summerland, il gruppo – Oliver compreso – sta facendo colazione e sembra aver trovato una nuova serenità, anche se Cary conferma a David che il Diavolo non se ne è andato ma è solo confinato nella mente del ragazzo. D’improvviso, la Divisione 3, guidata dal redivivo Interrogatore (Hamish Linklater), circonda Summerland, con l’ordine di catturare David e uccidere tutti gli altri. Nella bara astrale in cui era rinchiuso David ora giace il Diavolo, si è aperta una crepa.
Con una mossa prevedibile, Legion fa convergere tutti i discorsi su un unico punto, riportando l’approccio convenzionale di un prodotto supereroico come già ne abbiamo visti. Niente Westworld, niente Lost o Twin Peaks, non c’è nulla da analizzare o spiegare. Gettando la spugna, gli sceneggiatori fanno diventare l’episodio la più grande discarica di informazioni della serie, con ben tre momenti di infodump spartiti tra Cary, Syd e David.
Mi fa ridere a sciacquabudella il fatto che si siano lasciati andare ad arzigogolii narrativi per sei episodi e poi nel giro di mezz’ora abbiano ricapitolato tutto a uso e consumo degli spettatori più distratti. Mascherato con citazioni visive e rimandi disparati, Legion era uno show unidirezionale in cui il buono deve sconfiggere il cattivo.
Lo sto dicendo come mera constatazione, il giudizio sta poi al singolo. Nel mio caso, la diminuzione di fuffa e l’aumento di fatti gioca a favore perché aumenta il ritmo e offre un po’ di carne da spolpare. Certo, la percentuale di fuffa per minuto è comunque notevole e, non so, forse sono io un poco ottuso (ipotesi probabilissima, quasi certa), pare che le ultime spavalderie stilistiche siano messe in scena tanto per far vedere qualcosa di diverso ma poi non siano giustificate sul piano narrativo.
C’è una sequenza di combattimento tra Lenny e Syd girata come fosse un film muto degli anni Venti, in bianco e nero, con i dialoghi scritti sullo schermo. E la domanda che viene da fare può essere estesa al resto degli elementi gettati nel calderone dagli autori: divertente, okay, ma a che pro?
Annotazioni sparse:
– E insomma il padre di David è davvero Charles Xavier. Non basta il modo in cui lo disegna David sulla lavagna (calvo), c’è pure un breve flashback in cui mostrano la sua iconica sedia a rotelle (nel caso vi steste chiedendo «Ma hanno usato quella del film?» io non solo vi dico che sì, hanno usato quella del film, ma anche che, esistendo più versioni della sedia nelle varie pellicole, i realizzatori hanno usato quella vista in X-Men: Apocalisse, forse perché era quella più comoda da reperire in magazzino).
– L’hanno chiamato anche loro Re delle Ombre, però Diavolo dagli occhi gialli mi piaceva di più.
– Ultimo momento della puntata dedicato all’Interrogatore interpretato da Hamish Linklater, con un bellissimo trucco da sfigurato che già me lo vedo protagonista di qualche film nel ruolo del cattivone.
– Comunque Hamish a me fa venire in mente la magica popolazione degli amish. Scusate.
– Nuova tappa evolutiva per Aubrey Plaza, che in questo episodio sfoggia il look “Tim Burton alla fiera dell’antiquariato gotico negli ultimi momenti di felicità poco prima di divorziare da Helena Bonham Carter e scoprire che Johnny Depp ha firmato per un altro episodio de Pirati dei caraibi”.
– Non so se sia un bug della mia rete neuronale, ma tanto più insipida trovo la relazione tra David e Syd (più per il modo in cui la comunicano gli attori che per altro) più continuo a trovare straziante quella tra Melanie e Oliver Bird. Quando i due si incontrano e lui non ha idea di chi sia lei, lo sguardo della donna mi schiaffeggia come neanche Chris Brown con Rihanna.
– Alla fine dell’episodio l’Occhio/Walter viene compresso come del buon tonno in scatola dal Re delle Ombre e si trasforma in una fontana di sangue spesso. Se ci pensate, all’inizio di X-Men: Apocalisse succede la stessa cosa (ma proprio con le stesse movenze, magari hanno riciclato degli storyboard per far prima) ai rivoluzionari che vogliono uccidere Apocalisse, vengono eliminati in maniera abbastanza brutale per essere un film di supereroi tutto colorato.
– Le mie aspettative per il finale di stagione non sono molto alte, ma spero abbiano investito una buona porzione del budget per qualche scena di mazzate, così finiamo in bellezza.