In Safari Honeymoon – splendida opera con cui Jesse Jacobs ha esordito in Italia – il fumettista canadese ci portava a spasso per un mondo pieno di pericoli. In quell’occasione l’aspetto narrativo dell’opera era in secondo piano rispetto alla volontà di mettere in piedi un universo dove l’uomo sembrasse un semplice ospite. Una sorta di Codex Seraphinianus rivisto in chiave post-Adventure Time, serie con cui il disegnatore ha collaborato, con qualche suggestione videoludica alla Q*bert . A voler attraversare una selva tanto surreale trovavamo una ricca e annoiata coppia borghese, il cui unico mezzo per risolvere i problemi pareva essere una guida pagata per prendere a fucilate ogni minaccia. Non c’era da meravigliarsi che l’ambiente si dimostrasse ancora più ostile, pronto ad aggredire i vacanzieri con ogni mezzo a sua disposizione. A meno che non si smettesse di vederlo come terra di conquista e ci si decidesse ad abbracciarlo, fondendosi completamente con quel sorprendente microcosmo.
Leggi le prime pagine di E così conoscerai l’universo e gli dei, di Jesse Jacobs
Uno spunto davvero interessante, tanto da lasciarci la voglia di sapere ancora di più su quello strano mondo e sui suoi bizzarri abitanti. Per nostra fortuna con E così conoscerai l’universo e gli dei Jesse ci spiega – sebbene i due libri non siano collegati formalmente in nessun modo e questo sia uscito in origine prima di Safari Honeymoon – come si sia arrivati a una convivenza tanto crudele. Allontanandoci un attimo dal bestiario precedente a cui ci eravamo abituati – ma non troppo, visto che qualche stranezza zoofila vaga anche tra queste pagine – ci spostiamo in una sorta di scuola per entità cosmiche molto kirbyane dove, sotto l’occhio di un attento supervisore, tre studenti devono presentare di volta in volta nuovi progetti basati sulla manipolazione della materia.
Se il perfettino Zantek sceglie il silicio per trastullarsi con giochetti geometrici tanto affascinanti quanto sterili, il più docile Ablavar gli preferisce il suo analogo chimico: il carbonio. Il suo progetto prevede la creazione di un intero universo, con una maggiore cura per un minuscolo pianeta dalla struttura semplice e rozza. Su tale palla di fango da forma a quelli che chiama ani-mali, piccole creature pelose subito adorate da tutti i presenti. Perfino dalla misteriosa entità al di sopra del supervisore stesso.
Zantek, reso folle dall’invidia per il successo del compagno, architetta la vendetta più terribile che si possa immaginare: crea l’uomo e gli insegna a sostentarsi attraverso la violenza. L’essere umano è quindi qualcosa di esterno, fuori dal disegno originale del creatore. Non a caso è sgradevole alla vista, stupido, inadatto alla sopravvivenza. Interessante come la sua controparte femminile sia invece perfettamente integrata nell’ecosistema, ben decisa a non nutrirsi di altri esseri viventi e in grado di comunicare con il suo simile in maniera intellegibile. Proprio come succedeva in Safari Honeymoon è lei l’anello di congiunzione tra due mondi che non dovrebbero neppure toccarsi. Nulla di sorprendente quindi se il tentatore Zantek decida di circuire il suo Adamo rispetto alla ben più sveglia Eva, corrompendolo non con una mela ma con un grottesco coniglio ingerito vivo. Un gioco crudele, che denota la natura vile e capricciosa di questi strani dei.
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Sebbene in questo libro l’impianto narrativo sia sicuramente sviluppato in maniera più tradizionale rispetto a quanto fatto in seguito dal fumettista, quello che colpisce di più sono ancora una volta le tavole. A dispetto di molti autori appartenenti alla sua generazione Jacobs non rinuncia a rendere espliciti i suoi riferimenti più classici. Da Bosch a Goya, qui citato alla lettera nella riproposizione di Saturno che divora i suoi figli. Anche in questo caso una divinità uccide a morsi una creatura mortale, destinata a mettere in ombra il suo potere. Il tutto però viene rivisto attraverso un ottica che fa suo tanto il pop della nuova serialità televisiva quanto le ruvide suggestioni proprie della piccola editoria più ruspante. A eccezione dello spigoloso Zantek e delle sue creazioni geometriche – il generatore della variante “uomo” non poteva che essere lui stesso qualcosa di non integrato con quello che lo circonda – tutto sembra pervaso da una forte vena organica. La stessa entità superiore a cui fanno capo tutti i personaggi del volume pare una sorta di impossibile – alla Escher – telaio in legno da dove spunta un nugolo di tentacoli. Il risultato sono vignette brulicanti, piene di vita. Osservandole si ha la sensazione di guardare in una sorta di formicaio.
Jesse alterna tavole più utili alla progressione della storia a enigmatiche illustrazioni rese con un tratto maniacale, quasi meccanico. Come se fossero generate da qualche arcano algoritmo. Il comporre un disegno complesso partendo da un pattern più semplice riesce a collegarsi in maniera cristallina ed efficace a una serie importante di tematiche e suggestioni alla base di E così conoscerai l’universo e gli dei. Dai legami molecolari allo sviluppo delle cellule, fino alla progressione della società e al nostro comportamento di tutti i giorni. Tutto è strutturato sulla stessa logica: enormi quantità di minuscole parti a formare un enorme affresco. Anche in questo caso l’autore è bene attento a non lasciare nulla al caso, e finisce per scrivere e disegnare un libro sulla vita sfruttando come base espressiva proprio quei meccanismi che ne distinguono complessità e ciclicità. Un congegno di una tale perfezione da aver permesso la nascita delle religioni come unico modo per comprenderne la complessità; e in cui, secondo l’autore, noi non siamo altro che un’annoiata variazione.
E così conoscerai l’universo e gli dei
di Jesse Jacobs
Eris Edizioni
84 pagine, colore – 10€