Siamo entrati nello studio di Cristina Portolano, fumettista napoletana residente a Bologna. È autrice del graphic novel autobiografico Quasi signorina, uscito da pochi giorni per l’editore Topipittori (a QUESTO LINK un’anteprima). Le fotografie sono di Emanuele Rosso.
A che progetti stai lavorando attualmente?
Ultimamente sto scrivendo una nuova storia lunga. Ce l’ho in testa da 3 anni ma soltanto adesso si sta ben definendo per poter diventare davvero una storia. Prendo molti appunti, anche mentre faccio altre cose, ma a un certo punto ti devi concentrare e farli diventare qualcosa di senso. Poi porto avanti piccole collaborazioni, illustrazioni, e cerco di vivere serenamente, prima di tutto.
Che strumenti e tecniche usi per disegnare?
Parto sempre dal disegno. Disegno con il pastello blu, poi ripasso a matita e inchiostro tutto con una penna (Pentel japan). Oppure uso un pennello e la china. Poi dipende o lascio il disegno in bianco e nero o coloro a photoshop.
Hai delle abitudini da rispettare prima di metterti al lavoro?
Abitudini vere e proprie no ma cerco di stare sempre a stomaco pieno. Quindi colazione la mattina, pranzo, e cena sono obbligatori. Ultimamente ho degli orari da casa di riposo. Il caffè solo la mattina e non fumo più da 3 anni.
Quali sono per te gli autori e le opere di riferimento?
Opere di riferimento dell’adolescenza ma che continuano a piacermi sono: Persepolis di Marjan Satrapi, Pasolini di Davide Toffolo, Brian the Brain di Miguel Angel Martin e Diario di una ragazzina di Phoebe Gloeckner. Invece gli autori che sono diventati di riferimento dai 20 anni in poi sono: David.B, Rutu Modan, Adrian Tomine, Jessica Abel, Igort, Anke Feuchtenberger e Stefano Ricci.
Sulla scrivania/nello studio tieni un oggetto a cui sei particolarmente affezionata?
Si, sulla scrivania tengo una piantina grassa che non riesco a capire se sto riuscendo a tenere in vita o meno da un paio d’anni. Averla davanti agli occhi mi aiuta a capire lo stato delle cose. Purtroppo sono una persona distratta e se non mi ricordi le cose o non mi si palesano davanti non le capisco e non me le ricordo.