Non è un segreto: Yoichi Takahashi – il creatore di Captain Tsubasa, manga e anime da noi noto come Holly e Benji – scoprì il calcio con il campionato del mondo disputato in Argentina del 1978. Tra i calciatori che lo colpirono ci fu il centravanti argentino Mario Kempes, ma se si pensa al calcio di quel periodo, non si può non citare l’Olanda del “calcio totale” e di Johan Cruijff, pur assente in quell’evento.
E proprio il calciatore olandese – scomparso ieri, 24 marzo 2016, per un tumore ai polmoni – colpì in modo profondo l’immaginario di Takahashi, che, come più volte dichiarato nelle interviste – anche durante l’ultima sua visita in Italia nel 2013 per il Milano Manga Festival –, quando nel 1981 creò il suo manga più celebre, ideò un personaggio a lui ispirato, Jun Misugi, da noi meglio conosciuto con il nome anglicizzato di Julian Ross.
Come Cruijff, infatti, il capitano della Musashi FC (Mambo FC, per i nostalgici), indossava in campo il numero 14, ma le analogie tra i due erano ancora più profonde e “tecniche”. Il gioco della squadra di Ross ricordava molto quello imposto negli anni Settanta da Rinus Michels, allenatore di Cruijff nell’Ajax e nel Barcellona e noto come “calcio totale”. Nell’organizzazione di gioco prevista di Michels, i calciatori non avevano ruoli fissi ma potevano cambiare posizione in campo nel corso della gara, con i compagni di squadra pronti a occupare gli spazi rimasti vuoti. Come Cruijff, Misugi/Ross sapeva interpretare diversi ruoli ed era dotato di grande tecnica individuale e di una notevole intelligenza calcistica («A calcio, si gioca con il cervello», affermava spesso l’olandese). La sua determinazione e il suo spirito di sacrificio, invece, erano caratteri più propriamente giapponesi.
Fin dalle prime apparizioni, infatti, Ross sembrava avere un unico grande limite di carattere fisico: una cardiopatia congenita che lo limitava nel minutaggio in campo (a volte particolarmente ridotto), ma che non riusciva mai a spingerlo verso la resa, come dimostrato fin dal suo primo incrocio con l’eroe di testata, Oliver Hutton, nella semifinale del campionato nazionale delle scuole elementari. Curiosamente, nel 1996 Cruijff si ritirò dal mondo del calcio – dopo aver portato, in qualità di allenatore, il Barcellona a vincere la sua prima Coppa dei Campioni – proprio a causa di ripetuti problemi cardiaci.
Ma nella lunga saga di Captain Tsubasa è presente anche un altro personaggio ancor più ispirato a Cruijff nel nome e nella nazionalità: il biondissimo Brian Krayfort (Cruifort, nella traslitterazione del nome originale giapponese), centrocampista dell’Ajax e della nazionale olandese in Captain Tsubasa World Youth del 1994 (pubblicato anche in Italia da Star Comics e poi trasposto nell’anime intitolato Captain Tsubasa J), anche lui in possesso dell’iconica maglia numero 14. In questo caso però, come dovuto, di colore arancione.