HomeRecensioniNovitàIl Tex d'atmosfera in 'Painted Desert', di Mauro Boselli e Angelo Stano

Il Tex d’atmosfera in ‘Painted Desert’, di Mauro Boselli e Angelo Stano

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Se c’è un aspetto che mi ha sempre lasciato perplesso dei Texoni – gli speciali di grande formato disegnati da autori spesso estranei al mondo di Tex – è la loro incapacità di creare un autentico evento editoriale, al di là del nome del disegnatore guest. Quando si hanno autori come Joe Kubert, Magnus o Enrique Breccia c’è ben poco altro da aggiungere, certo. Ma la sensazione più frequente dopo la lettura, è che le storie sarebbero potute finire benissimo nella collana regolare – e questo al netto del giudizio sulla bontà di soggetto e sceneggiatura, che vanno ovviamente valutati di caso in caso. Questa carenza di ‘specialità’ è avvertibile anche nel format grafico e narrativo: al centro c’è la classica griglia bonelliana di sei vignette per pagina, anche se riprodotta “in grande”. Insomma, per quanto monumentale sia il Texone, quella monumentalità è stata sfruttata poco o niente (con la memorabile eccezione di Magnus, va detto).

La nuova collana Tex Romanzi a fumetti, che con “Painted Desert” raggiunge la terza uscita, sembra partire dal presupposto di voler provare a trovarlo, questo qualcosa di speciale. A partire dal formato tipografico: i volumi sono dei cartonati che suonano molto più coerenti con un approccio librario. Alla francese, se volete (o anche un po’ alla “Cartonati a colori” mondadoriani, in fondo; che però offrivano solo ristampe e ‘rimontaggi’, non creazioni inedite).

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Finora, questa collana aveva ospitato due autori anch’essi estranei al mondo bonelliano, Paolo Eleuteri Serpieri prima e Mario Alberti poi, mentre in questo terzo tomo è Angelo Stano – il cui nome è indissolubilmente legato a quello di Dylan Dog, di cui è copertinista regolare dal 1990, oltre che disegnatore di numerose storie ‘fondative’ – a fare coppia con Mauro Boselli, da qualche anno principale scrittore e editor delle avventure di Tex e compagni. Il risultato è un po’ paradossale: nonostante si tratti di due firme più tradizionali, sono riuscite comunque a spingere i tasti della originalità.

A ripercorrerla a grandi linee, in realtà, la storia potrebbe sembrare anche in questo caso una classica storia da collana mensile: Tex e Tiger Jack aiutano lo sceriffo di un piccolo centro abitato a fermare una banda di criminali che ne ha rapito la moglie e si è asserragliata alla caccia di un leggendario tesoro. In questo caso, però, la storia non è imperniata su Tex, e non è grazie al suo acume e alla sua sagacia che la narrazione trova compimento (sebbene lui, di suo, ci metta come al solito le colt). Il vero protagonista della storia è infatti il Painted Desert del titolo, il “Deserto Dipinto” dell’Arizona nordorientale che in molte pagine ruba la scena a eroi e criminali e che nel suo ergersi a personaggio fornisce un contributo essenziale alla risoluzione finale delle trame. Una soluzione da “deus ex machina” che potrà anche lasciare alcuni lettori insoddisfatti, ma che si incastra bene all’interno dell’arco narrativo della vicenda. Un approccio da storia d’atmosfera, insomma, che è una piccola ma piacevole sorpresa rinfrescante per una serie che ha pur sempre bisogno, come tutte le icone, di cambiare restando coerente a sé stessa.

Dopo le gelide lande illustrate in Mohawk River – lo speciale a colori del 2015 della collana Le Storie – Stano si è trovato così a dover gestire uno scenario di tipo radicalmente opposto, marcato dal sole e dalla canicola. Per farlo ha virato verso uno stile meno espressionistico e più naturalistico, sia nel disegno che nella colorazione, che con meticolosità rendono giustizia ai panorami di una vera e propria meraviglia della natura (anche solo un’occhiata via Google Immagini vale qualche “wow”).

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Inoltre, Stano non si fa sovrastare graficamente dai caratteri di Tex e Tiger Jack, sui quali riesce a imporre la propria impronta personale pur lasciandone intatti i tratti principali. Quello che ne viene fuori è un Tex meno rude, dai connotati ingentiliti, forse a voler indicare che – come già nei precedenti due volumi della collana – anche in questo caso ci troviamo davanti a una versione giovanile, meno scafata del personaggio, sebbene la collocazione temporale sia lasciata (comprensibilmente) non ben definita.

Qualche fragilità emerge invece dal flusso narrativo, che – complice una griglia inusuale per il fumetto italiano, quella su quattro strisce tipica della tradizione francofona – nelle sequenze più riflessive, di passaggio tra una scena d’azione e l’altra, rallenta al punto da sembrare perdersi, forse vittima della stessa fascinazione per l’ambientazione. Nel complesso, però, la narrazione è svelta e cadenzata, e lascia risuonare bene i toni roventi delle tavole, lasciando molto spazio alle pistole e prendendosi le necessarie pause per riprendere energia, fra tanti colpi di sole. Qualche ombra avvolge solo le motivazioni che spingono i protagonisti di puntata che, posti accanto allo spessore – implicito nella loro ‘gigantesca’ identità storica – di Tex e Tiger Jack, finiscono per suonare un po’ stereotipati.

La strada imboccata sembra però essere quella giusta. Tex è un personaggio che, nonostante le apparenze, penso si possa prestare a essere proposto in vari formati e diverse declinazioni narrative, anche discostandosi in modo lieve, come in questo caso. Il vecchio tormentone secondo cui non si possa scrivere un Tex differente da quello della tradizione sembra un limite imposto più dalla scarsa creatività di alcuni autori che non dalle reali convenzioni editoriali, o da una supposta ‘intoccabilità’ del character (e dei suoi lettori). Insomma, senza nemmeno bisogno di ricordare troppo quanto accaduto a Superman o Blake & Mortimer (o a Spirou, Astérix, Corto Maltese…), e parafrasando il consueto vecchio slogan politico, “un altro Tex è possibile”. Senza snaturare un bel niente.

Tex Romanzi a fumetti n. 3: “Painted Desert”
di Mauro Boselli e Angelo Stano
Sergio Bonelli Editore, 2016
52 pagine, 8,90 €

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