HomeRecensioniL'amore ai tempi di Tinder. Love Addict di Koren Shadmi

L’amore ai tempi di Tinder. Love Addict di Koren Shadmi

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Love Addict è la prima opera di ampio respiro dell’autore israeliano Koren Shadmi ad essere pubblicata qui in Italia. Ai lettori più attenti il nome non suonerà nuovo, visto le tre antologie di racconti brevi pubblicate da Double Shot (Cuori DistrattiAnatomia del desiderio e In carne e ossa). Certo, chi si aspetterà di ritrovare le atmosfere surreali a là Aimee Bender venate di proverbiale ironia rabbinica, al quale l’autore ci ha abituati, rimarrà un po’ deluso.

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In Love Addict, Shadmi sceglie di raccontare la realtà con un tratto semi-caricaturale, sceneggiando un apologo moralista sulle nuove frontiere del sesso al tempo dei social network. Le confessioni di K., seduttore seriale e alter ego dell’autore, si snodano in cinque sezioni, precedute da un prologo, attraverso una narrazione frammentata in episodi. Il protagonista, appena uscito da una convivenza fallimentare con la sua ragazza, torna a essere un single. Dopo un periodo di riflessione, decide – sotto consiglio del suo coinquilino – di aprire un account sul sito di incontri LoveBug. Segue la sua metamorfosi, da timido e impacciato a seduttore ossessionato dal sesso e dal numero crescente di incontri che si concludono con una sveltina o una fellatio.

Shadmi cerca di condurre una doppia analisi: da un lato osserva le nuove strutture delle relazioni e del relazionarsi; dall’altro, attraverso l’inconsapevole caduta del protagonista nel vortice della “sex addiction”, mostra la distorsione prodotta dal sistema.

L’oggettivazione prodotta dagli algoritmi di app come Tinder, Blinq o Beautiful People è una preoccupazione che Koren Shadmi sfiora ma non affronta. Preferisce concentrarsi sull’esperienza di K., guardando quasi con nostalgia ai tempi in cui gli incontri erano dettati dal caso e dalla fortuna. In filigrana, certo, si intuiscono le ossessioni a cui l’autore israeliano: la tentazione della carne, l’identità come costruzione, i corpi distorti e trasformati, l’ambiguità della donna etc etc. roba di cui avevo precedentemente parlato, comparando l’opera di Shadmi a quella del mangaka Shintaro Kago.

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L’interesse dell’autore per l’aspetto sociale non viene meno in questo nuovo lavoro, ma il tono drammatico è stemperato in un racconto moralizzante e dolciastro, un po’ come la palette scelta: toni caldi e rosati che mimano l’interfaccia grafica delle app succitate, con tanto di richiami alle chat e al texting.

Shadmi inocula nei suoi racconti quell’immediatezza sperimentata nelle sue illustrazioni, quel buon senso comune che fa annuire il lettore medio, a discapito però delle atmosfere perturbanti e oniriche che ne caratterizzavano la poetica, ammiccando al lettore e regalandoci un finale agrodolce. In definitiva, una prova sottotono, nonostante le aspettative e, forse, la natura catartica di questa scrittura, più asciutta ed essenziale che in passato.

Love Addict
di Koren Shadmi
Bao Publishing, 2016
220 pagine, 21,00 €

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