di Donato Sambugaro
La copertina del nuovo numero del New Yorker, pubblicato questa settimana in America, è disegnata da Adrian Tomine, autore di Optic Nerve e tra i più importanti fumettisti contemporanei.
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L’illustrazione, intitolata Recognition, prende spunto dall’esperienza diretta dell’autore, che racconta alla rivista: «Vivo a Brooklyn e qui ci sono sempre un sacco di libri appoggiati sui marciapiedi, e anche un sacco di autori che passeggiano per il quartiere. I newyorkesi di lunga data in genere danno per scontato la vista di persone che sistemano roba sui propri gradini per disfarsene, ma io ci faccio ancora caso. Mi è capitato di vedere mucchi di copie del New Yorker, con la mia copertina, accatastati per strada. Non ho mai visto i miei libri, ma d’altra parte io non ho una gigantesca foto di me stesso sul retro copertina».
Per Tomine è anche l’occasione per parlare del suo nuovo libro, Killing and Dying, pubblicato in questi giorni da Drawn & Quarterly: «È una raccolta di storie brevi. Fin da adolescente ho avuto un continuo interesse per la narrativa moderna, ispirata sia ai fumetti che alla prosa. Mi piace leggere gli sgradevoli dettagli di vita quotidiana che spesso sono catturati da queste storie: a dire il vero questo non ha mai l’effetto di deprimermi, anzi lo trovo stranamente di conforto».
Per il New Yorker Tomine ha selezionato alcune delle raccolte preferite di storie brevi, tra libri e fumetti, da cui trae ispirazione per i sui lavori:
- Una bellezza russa e altri racconti, di Nabokov
- Acme Novelty Library, di Chris Ware
- Our Story begins, di Tobias Wolff
- Julius Knipl, Real Estate Photographer, di Ben Katchor
- Caricature, di Daniel Clowes
- L’opera di Raymond Carver
- Love and Rockets, di Jaime Hernandez
- Abandon the Old in Tokyo, di Yoshihiro Tatsumi
- L’opera di Carson McCullers
- The Complete Jack Survives, di Jerry Moriarty
- L’opera di Andre Dubus
- L’opera di Yoshiharu Tsuge
- L’opera di John Cheever
- La rivista RAW