In occasione dei trent’anni dalla fondazione esce per i tipi Bietti, all’interno della collana di cinema Heterotopia, Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata, volume curato da Enrico Azzano e Andrea Fontana dedicato allo Studio Ghibli.
Si tratta di uno studio suddiviso in tre sezioni. Nella prima i due autori analizzano il percorso storico e artistico dello Studio che ha dato vita a capolavori come Il mio vicino Totoro, Una tomba per le lucciole e La città incantata, partendo dai primi lavori dei due fondatori Hayao Miyazaki e Isao Takahata alla Tōei fino agli esordi dei possibili eredi (Gorō Miyazaki, Hiromasa Yonebayashi). La seconda sezione è composta da una filmografia ragionata, con le schede di tutti i film Ghibli comprese di sinossi e credits. La terza sezione conta una serie di interventi esterni che analizzano le opere da punti di vista differenti, trasversali.
I contributi sono di critici ed esperti di animazione giapponese ma anche di artisti e autori del calibro di Manuele Fior, Sualzo, Emanuele Tenderini. Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata è l’occasione per approfondire o scoprire un universo incantato fatto di immagini e poesia, soprattutto alla luce dell’addio artistico degli stessi Miyazaki e Takahata che con Si alza il vento e La storia della principessa splendente hanno chiuso nello stesso anno una gloriosa e immaginifica carriera.
Di seguito, un estratto del terzo capitolo, scritto da Enrico Azzano e Andrea Fontana:
Hayao Miyazaki
Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto: appunti sparsi di uno spettatore incantato
«Finché potrò maneggiare un pennello o un pastello, non mancherà mai nei miei fogli l’erba nel vento» – Hayao Miyazaki1
Per addentrarci nell’universo miyazakiano partiamo da un’improbabile citazione di Lucio Battisti, dall’inevitabile incanto e da un punto di vista spettatoriale, prima ancora che critico. Luogo altro e vastissimo, l’immaginario di Hayao Miyazaki intreccia l’immediata leggibilità della linea chiara del character design con la complessità delle pellicole più politiche, in primis Principessa Mononoke e Si alza il vento, distanti eppure non dissimili dalla poesia fanciullesca di Il mio vicino Totoro. Uno degli aspetti più interessanti del corpus miyazakiano è rappresentato dalla stratificazione dei significati, dei contenuti. Certosino e quasi maniacale nella scrittura e nella messa in scena – tanto da ritoccare di suo pugno migliaia di tavole già affidate ai talentuosi animatori dello Studio Ghibli – il regista di Akebono è autore di un cinema trasversale, privo di barriere culturali, geografiche e anagrafiche.
Nel sole, nel vento, nel sorriso e nel pianto. Mettiamo alcuni paletti, titoli e date di riferimento. C’è un Miyazaki, giovane apprendista alla Tōei Dōga, prima del meraviglioso fallimento di Il segreto della spada del sole (1968). Ma il film di Isao Takahata è il vero e roboante punto di partenza estetico, poetico e concretamente politico. C’è un nuovo inizio, Nausicaä della Valle del vento (1984), film seminale dello Studio Ghibli. C’è purtroppo una fine: Si alza il vento (2013), opera dolorosa, persino troppo sincera. Le vent se lève. Ecco il pianto. Dei sorrisi non c’è bisogno di parlare.
Hayao Miyazaki nasce il 5 gennaio 1941 ad Akebono, nel quartiere speciale Bunkyō di Tokyo. È il secondo di quattro fratelli: il maggiore Arita e i due più giovani Yutaka e Shirō. Il padre Katsuji lavora nell’azienda dello zio, la Miyazaki Airplane, molto attiva durante la Seconda guerra mondiale nella produzione di timoni per gli aerei da combattimento Mitsubishi A6M “Zero”.
Partiamo da qui, dagli aerei, dal cielo, dalle nuvole.
3.1 Quante volte ho guardato al cielo
Per addentrarsi nell’universo miyazakiano, in punta di piedi e senza disturbare, bisogna seguire specifiche traiettorie. Dall’alto, sempre dall’alto. L’entrata in scena ideale è con il mehve di Nausicaä, l’aliante leggero e veloce come il vento. Il termine mehve deriva dalla parola tedesca Möwe, gabbiano. La radice europea è un altro piccolo tassello che rafforza la già vistosa ispirazione e derivazione occidentale della pellicola e del manga, dalle ambientazioni allo stile grafico del fumetto e alle strutture architettoniche.
Film seminale e figura messianica. Queste ingombranti premesse non appesantiscono di un grammo la candida leggiadria della protagonista di Nausicaä della Valle del vento. Miyazaki impiega un paio di minuti per trasporre sul grande schermo lo spessore umano dell’eroina del suo manga più celebrato. Prima dei titoli di testa, un cupo preambolo: Lord Yupa attraversa quel poco che resta di un villaggio soffocato dalle spore velenose, mentre insetti giganteschi si aggirano sopra le polverose rovine come affamati avvoltoi. Lo scenario è post-apocalittico: la Terra viene ripiombata in un’epoca tardo-medievale con innesti steampunk. Non solo luccicanti armature, pesanti spadoni e mura fortificate, ma anche mastodontici aeroplani, armi da fuoco e inarrestabili cingolati. Le tonalità rosse dei titoli di testa, che scorrono da destra verso sinistra, si intrecciano narrativamente e cromaticamente a brevi flashback dei “sette giorni del fuoco e dei soldati invincibili”. Il rosso cede il posto all’azzurro del vestito di una fantomatica figura messianica e sfuma nel cielo attraversato dalla principessa e dal suo aliante. Nausicaä sorvola la temibile Foresta Tossica. Pace e tranquillità nel cielo, caos e distruzione sulla Terra. Il totale in campo lungo con Nausicaä che si avvia senza timore verso la pericolosa foresta vale mille parole – come accompagnamento sono più che sufficienti le note di Joe Hisaishi, fidato e inseparabile compositore delle colonne sonore di Miyazaki e di altre produzioni dello Studio Ghibli2.
Note
1 Serenellini M., Hayao Miyazaki. La mia favola continua, «La Domenica di Repubblica», 2 febbraio 2014, p. 27.
2 La collaborazione tra Hisaishi e Miyazaki inizia proprio con Nausicaä della Valle del vento e continua, pellicola dopo pellicola, fino a Si alza il vento (2013). Hisaishi ha realizzato per lo Studio Ghibli anche le musiche di La storia della principessa splendente (2013) di Isao Takahata e del videogioco Ni no Kuni: La minaccia della Strega Cinerea (2011).
Studio Ghibli. L’animazione utopica e meravigliosa di Miyazaki e Takahata
Di Enrico Azzano & Andrea Fontana
260 pagine, 20 euro
Bietti edizioni, Milano 2015