Arrivati a questo punto (due terzi di una stagione), trovare qualcosa di nuovo da dire su una serie è difficile. Il problema è che ormai le dinamiche sono quelle, i personaggi pure e c’è solo tanta matassa da sbrogliare per arrivare al finale di stagione. Eppure Nelson v Murdock qualcosa di nuovo da farti dire lo trova. Non sempre in bene.
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Episodio 10, stagione 1 – Nelson v Murdock (Spoiler)
Foggy ha scoperto l’identità segreta di Matt ed è su tutte le furie: non solo la loro amicizia è fondata su una bugia, ma Matt è proprio quell’uomo mascherato che si fa giustizia da solo operando al di là della legge. Intanto, Ben capisce che non può più occuparsi di Fisk e preferisce dedicarsi alla moglie malata. Si reca da Karen per consegnarle tutti i materiali raccolti, ma la ragazza lo porta a vedere una casa di riposo che potrebbe fare al caso suo. In realtà, Karen ha portato Ben a parlare con la madre di Fisk, ricoverata lì, per indagare sul passato del magnate. Quest’ultimo, nel frattempo, ha organizzato una raccolta fondi, a cui partecipa anche un senatore corrotto. Durante la serata molti degli ospiti, inclusa Vanessa, vengono intossicati con dello champagne avvelenato.
Il momento apicale dello show è arrivato, Foggy ha scoperto che Matt è Devil. C’è della grande umanità nel suo sconcerto ma anche tanta freddezza nel modo in cui l’uomo razionalizza ogni scusa che Matt prova a mettergli davanti. Entrambi svelano le reciproche ipocrisie: Matt che in sostanza predica bene e razzola male, e Foggy che lamentandosi perché «in tutti questi anni mi dispiaceva per te» viene ammazzato da Matt con un «non ho mai chiesto la tua pietà». I dialoghi non brillano sempre per arguzia (stonature come «She was hot by the way» in una situazione dove i problemi sono altri) e il name-dropping di Claire, pur lasciando spazio al confronto tra i due, sembra dettato più da ristrettezze contrattuali.
Allo scontro si intervalla, con dei tagli di montaggio fatti a modino, l’incontro tra i due ai tempi del college, il loro apprendistato e la decisione di fondare uno studio proprio. Il flashback universitario è scritto senza impegno, è una perdita di tempo per farci credere che questi due estranei abbiano legato da subito e siano migliori amici da allora, quando Matt passa tutta la scena del loro incontro con la supponenza scritta in faccia e Foggy tenta di fare il simpatico h24 (e una bella dose di imbarazzo quando Matt scambia i complimenti del compagno di stanza per delle avance). La loro complicità è basata sul ridere di cose che non fanno ridere per far credere al pubblico che ci sia, la complicità. Strategia interessante. Non risulta in bolla neanche la prima volta di Matt nei panni di Devil. In pratica, ci viene spiegato che la morte del padre di Matt non c’entra con la nascita dell’eroe. Scelta di sceneggiatura che indebolisce la mitologia del personaggio e che, nel contesto, non viene valorizzata granché.
Su un piano ameno invece, anche se il flashback è ambientato nel 2010, si vede che gran parte degli sceneggiatori ha almeno trent’anni. Nei corridoi dell’università si sente Drops of Jupiter dei Train e Foggy veste e parla come se fossero gli anni Novanta: cita Top Gun e sfoggia con arroganza un look da hillbilly uscito da un film di Adam Sandler.
L’arco narrativo di Ben Urich prosegue con le traversie burocratiche per estendere l’assicurazione della moglie e il suo lato professionale deve fare i conti con quello privato. È una storia ordinaria, che se fosse stata scritta con più piglio sarebbe stata un diversivo interessante. Invece atterra piatta e non lascia impressione di sé nello spettatore. Va meglio quando interagisce con Karen. Al solito, Kingpin ruba la scena ogni volta che quel mattacchione di Vincent D’Onofrio je dà de dritto e de rovescio, ma il suo doversi confrontare con la parte Iron Fist della trama lo penalizza. Fortuna che poi tentano di ammazzare la moglie così almeno lo vediamo preoccuparsi di qualcosa di cui sembra davvero importargli.
Qualche osservazione sparsa:
– Nel flashback, gli immancabili capelli unti di Foggy, questa volta con il 40% in più di lunghezza e il 20% in più di unto, ottengono il massimo punteggio nella scala degli oli pesanti, scalzando con ingordigia il tocoferolo acetato.
– Matt e Karen parlano lo spagnolo, Kingpin il giapponese e ora viene fuori che Foggy sa il punjabi. Daredevil è forse il più costoso spot per promuovere l’iscrizione alla facoltà di mediazione linguistica.
– La ragazza greca di Matt!!!! La Roxxon!!!!
– Viene nominato il signor Van Lunt (e il suo astrologo). Cornelius Van Lunt è il fondatore del cartello criminale dello Zodiaco.
– Io nemmeno mi ricordo cosa ho mangiato a pranzo e Foggy si ricorda di Matt Murdock – nome e cognome compresi – da un trafiletto visto sul giornale quando aveva nove anni?
– La scena di Karen e Ben dalla madre di Kingpin è la più assurda dell’episodio: ma davvero Karen pensa di poter far visita alla donna senza che Fisk lo venga a sapere?