HomeFocusStrange Fruit: un Superman afroamericano ai tempi dello schiavismo

Strange Fruit: un Superman afroamericano ai tempi dello schiavismo

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Boom! Studios – casa editrice che alcuni conosceranno per Adventure Time, ma di cui consigliamo il nuovissimo e acidissimo Curb Stomp – ha annunciato per il mese di luglio la pubblicazione di un nuovo titolo: Strange Fruit di Mark Waid e J.G. Jones.

strange fruit mark waid

Strange Fruit, che citando Billie Holiday tradisce già i suoi intenti, è ambientato durante l’alluvione che coinvolse il Mississippi nel 1927, dove l’apparizione di un essere dai poteri sovrannaturali avrà un impatto notevole sulle tensione razziali dell’epoca.

L’eroe di colore, protagonista del fumetto, vuole essere un’ennesima declinazione del mito di Superman, già esplorato da DC Comics nel 2003 con Red Son, un Elseworld in cui le vicende di Kal-El non sono ambientate negli States, ma nell’ex-Unione Sovietica. Il fine di Strange Fruit è quello di immergere il mito del supereroe nella storia dei neri d’America, rispondendo quindi ad una domanda sempre crescente di fumetti che abbiano come protagonisti eroi lontani dai soliti stereotipi.

Ross Richie, uno dei fondatori della casa editrice, al riguardo ha raccontato:

«Il medium fumettistico non ha mai avuto tanto influenza sulla cultura pop come in questo momento e, in quanto appassionati della nona arte, abbiamo la rara opportunità di condurre quello che è un semplice interesse ad un livello superiore, così da catturare l’attenzione di un pubblico nuovo che non ha – a volte – alcuna familiarità con lo stesso.»

Per sensibilizzare alla differenza di genere, lo stesso editore ha lanciato una campagna sui social network attraverso l’hashgag #comicsforward, invitando autori, illustratori, editori e distributori a mobilitarsi in prima persona per cambiare il fumetto, offrendo quindi più varietà, ma soprattutto più cura ed attenzione nello studio di nuovi prodotti che assecondino la maggiore richiesta di una realtà molto più complessa e stratificata, dove l’eroe bianco, maschio ed eterosessuale appare ormai come un archetipo sclerotizzato e desueto.

Strange Fruit non è di certo il primo fumetto nel suo genere, basterebbe pensare alla lunga tradizione della Casa delle Idee, con Pantera Nera e soprattutto Sam “Falcon” Wilson, che al momento veste addirittura i panni della Sentinella della Libertà nella nuova serie All-New Captain America. Lo stesso Cap fu sottoposto ad un rilettura “nera” nell’interessante Truth: Red, White & Black del 2003 di Robert Morales e Kyle Baker. Lo stesso Baker – da sempre sensibile a tematiche razziali e sociali – ha restituito alla verità storica la figura di Nat Turner, mitizzata o psicanalizzata da romanzi “bianchi” come quello di William Styron. Ma è una tendenza ormai assodata nella politica dell’editore americano, che trova una controparte importante anche in DC Comics.

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Come afferma Alex Alonso, editor-in-chief della Casa delle Idee, a proposito del fenomeno sempre più ampio della “femminilizzazione” della figura dell’eroe – pensiamo al nuovo Thor o a Ms.Marvel o alle nuovissime Fantomelle e Spider-Gwen:

«Senza una precisa politica ufficiale in materia, la volontà è comunque quella di promuovere la diversità sia in riferimento ai personaggi che alle scelte dei team creativi. Lentamente, abbiamo fatto dei notevoli progressi riguardo questo fronte.»

La tendenza risponde comunque a studi statistici, che evidenziavano come nel 2014 il 46,67 % dei lettori di fumetti fosse composto da lettrici. Un dato che condiziona non solo “capitalisticamente” le scelte editoriali, ma anche le stesse scelte aziendali. Alonso, infatti, ci rassicura con alcuni dati incoraggianti che riguardano le presenze femminili in redazione.

Anche Scott McCloud – al momento in libreria con The Sculptor – è intervenuto sulla questione:

«Abbiamo fatto enormi progressi in proposito alla differenza di genere: ora ci sono molti più fumetti negli States che non rientrano nel genere supereroistico, anche se c’è ancora molta strada da fare. La partecipazione della donne si è evoluta lungo la giusta direzione, e penso che, nell’arco di una decina d’anni, il nostro settore vedrà le donne come una larghissima maggioranza. Sulla differenza etnica c’è ancora tanto lavoro da fare, comunque.»

Allora, se la presenza femminile sembra ormai un dato corroborato – e se si dà uno sguardo ai prodotti Image Comics ciò collima anche con una qualità mai raggiunta prima – e il lavoro su questo fronte rimane quello di contrastare un rigurgito di maschilismo sempre in agguato nel comicdom, su quello della differenza razziale i dati non sono sempre così incoraggianti, anche a causa di prodotti che troppo affrettatamente cercano di rispondere ad una domanda in costante crescita. Pertanto, restiamo in attesa di Strange Fruit e della sua piccola rivoluzione.

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