Tutti o quasi avranno visto almeno una volta nella propria vita i corti animati prodotti da Warner Bros. con protagonisti il veloce Road Runner – conosciuto anche come Beep Beep per il suo verso sbeffeggiante – e l’ingegnoso (ma inetto e sfortunato) Wile E. Coyote. Questo cartoon è stato creato da Chuck Jones nel 1948, e ogni episodio ha una struttura molto schematica: il coyote cerca di catturare il roadrunner (un grosso uccello corridore erroneamente tradotto a volte come struzzo), per mangiarselo, tramite una trappola particolarmente articolata sempre diversa, ma qualcosa va storto e il piano gli si ritorce contro.
Alcuni giorni fa, il regista americano Amos Posner ha twittato una pagina della autobiografia di Jones del 1999 – The Life and Times of an Animated Cartoonist – in cui l’animatore ha elencato le 9 regole ferree che ogni cartoon di Road Runner deve seguire.
Still obsessed with Chuck Jones’ coyote/roadrunner rules. Awesome to so clearly, concisely define your characters. pic.twitter.com/MRd4zguD93
— Amos Posner (@AmosPosner) 4 Marzo 2015
Di seguito, la traduzione:
Regola 1: Road Runner non può far del male al coyote, ma solo fargli “beep-beep”.
Regola 2: nessuna forza esterna può far del male al coyote, solo la sua inettitudine o l’insuccesso dei prodotti ACME.
Regola 3: il coyote si potrebbe fermare quando vuole, se non fosse un fanatico (ripetete: “un fanatico è uno che raddoppia i propri sforzi quando non ricorda più il proprio scopo” – George Satayana).
Regola 4: mai nessun dialogo, tranne “beep-beep”.
Regola 5: Road Runner deve restare sulla strada, altrimenti, logicamente, non sarebbe Road Runner (letteralmente corridore di strada, N.d.r.).
Regola 6: tutta l’azione deve restare confinata nell’ambiente naturale dei due personaggi, il deserto americano del sudovest.
Regola 7: tutti i materiali, gli strumenti, le armi o i mezzi meccanici devono essere ottenuti dalla ACME Corporation.
Regola 8: quando possibile, rendete la gravità la più grande nemica del coyote.
Regola 9: il coyote è sempre più umiliato che ferito dai propri fallimenti.