La copertina del New Yorker del 24 novembre è firmata da Richard McGuire ed è un’autocitazione del suo fumetto Here.
Pubblicato originariamente nel 1989 su Raw – storica rivista diretta da Art Spiegelman – Here è un racconto sperimentale che mette al centro un angolo di una stanza, e gli eventi che accadono in questo spazio mentre il tempo scorre avanti e indietro, intrecciando centinaia di migliaia di anni attraverso un limitato insieme di vignette ripetute e, di volta in volta, “arredate” con elementi differenti.
Nonostante si tratti di un opera di sole sette pagine, nel corso degli anni Here è diventato un riferimento per molti fumettisti delle generazioni seguenti. Uno su tutti: Chris Ware, l’autore di Jimmy Corrigan e Building Stories, che si è sempre dichiarato influenzato dal lavoro di McGuire.
Non è un caso che il New Yorker abbia scelto di affidare la copertina di questa edizione a McGuire, e non è un caso che l’autore abbia scelto di riprendere l’idea del suo fumetto. Here sta infatti per essere pubblicato a dicembre in una nuova veste editoriale, rivisto, colorato ed espanso – con una versione digitale interattiva.
«Mentre cammino per la città, viaggio nel tempo, proiettato in avanti, progettando quello che devo fare» – racconta McGuire a Françoise Mouly, moglie di Spiegelman e art director del New Yorker – «Poi ho un improvviso flashback di una conversazione, ma noto una targa su un edificio che commemora un personaggio famoso che una volta abitava lì, e per un secondo me lo sto immaginando che apre la porta. Questo è quello su cui si basa il mio nuovo libro, Here: giocare con il tempo sia in modo storico che personale.»
Qui si può leggere un’anteprima.