Nel 1975, l’autore spagnolo Joaquín Blázquez Garcés – uno dei tanti collaboratori delle agenzie Bardon Art e Selecciones Illustradas, fornitori storici (fra gli anni ’60 e ’70) di fumetti popolari per editori britannici e non – realizzò, su commissione della casa editrice Warren Publishing, una storia breve da pubblicare l’anno seguente sulla rivista Vampirella. In tale storia, appariva un personaggio di nome Melvin, che potete vedere qui sotto.
Se vi ricorda qualche personaggio ben più famoso, non è solo una vostra impressione. Dopo l’uscita nel 1982 del film E.T. L’extraterrestre, infatti, Blázquez chiese a Steven Spielberg di pagargli i diritti d’autore. Lo accusò di avere plagiato, con il piccolo alieno divenuto famoso in tutto il mondo, il personaggio da lui creato qualche anno prima.
Tuttavia, da parte di Spielberg non giunse alcuna reazione. Le conseguenze furono drammatiche: l’autore ricadde in una profonda depressione, che contribuì a condurlo fino all’alcolismo. Nel 1986 – a soli 40 anni – morì in seguito a un ictus prodotto, a quanto pare, da un cocktail di medicinali e alcol.
Per quanto possa suonare assurda, la storia di Blázquez e del suo personaggio è abbastanza nota in Spagna, tanto da essersi guadagnata una voce Wikipedia. La potete trovare al link Melvin contra E.T., ovvero il titolo del documentario diretto nel 2008 dal regista Victor Saràbia, che raccolse documenti inediti e intervistò diversi autori – da Luis Bermejo a Neal Adams, passando per Jordi Bernet, Esteban Maroto, Alfonso Font e Fernando Fernàndez – protagonisti della stagione del boom nell’export di fumetti spagnoli, attraverso editori e agenti come quelli citati e altri, da Creaciones Editoriales a Norma.
Il risultato è un interessante spaccato sulla storia della ‘globalizzazione’ del fumetto europeo, e di un’intera generazione di autori spagnoli – raccontata anche, in parte, da opere come Los Profesionales di Carlos Gimenez e L’inverno del disegnatore di Paco Roca – che arrivarono a pubblicare sulle riviste della Warren e in giro per il mondo.
Il documentario di Saràbia si concludeva con una carrellata di persone, in diversi luoghi del mondo, a cui veniva mostrata un’immagine di Melvin: tutti scambiavano il personaggio per E.T. Su YouTube è possibile recuperarne diversi spezzoni, a questo link.