Cinema Zenit / 1, di Andrea Bruno (Canicola)
Se lo sfacelo può avere una bellezza, Andrea Bruno ne è uno dei maggiori interpreti nel fumetto italiano (e non solo). In questo Cinema Zenit / 1 l’autore conferma di suonare sempre la “stessa canzone” – periferie urbane, comunità disgregate, degrado sociale e giovani alla deriva. Il luogo che attrae la protagonista è una vecchia sala cinematografica abbandonata, simbolo di rituali ormai quasi arcani, sgretolatisi insieme alle macerie dell’edificio. E proprio gli spazi e i palazzi sono il vero cuore del racconto, che il formato gigante rende drammaticamente presenti al nostro sguardo, costringendo a perderci alla (disperata) ricerca di un appiglio – un dettaglio? – cui aggrapparsi per non finire nel nulla, quell’inchiostro che tutto risucchia nel nero.
Più ancora che nel precedente volume per Canicola, Sabato Tregua, Bruno fa tesoro del formato e lavora sulla gabbia grafica, in alcune splendide tavole che sembrano suddivise in vignette e invece contengono un unico ambiente. Il risultato è uno spettacolo per gli occhi, che parte da José Muñoz e arriva ad Alberto Burri: l’inchiostro è sempre meno “macchia” e sempre più “crosta”. Una concrezione materica che spaventa, deprime e, soprattutto, ipnotizza. Qui un’anteprima e qui un’intervista ad Andrea Bruno.