Gigi Cavenago è il nuovo copertinista di Maxi Dylan Dog Old Boy, la collana che dal prossimo ottobre – in occasione del rinnovamento editoriale del personaggio – raccoglierà il testimone dell’attuale Maxi Dylan Dog. La notizia è di venerdì scorso, comunicata sulla pagina Facebook ufficiale della testata bonelliana. Cavenago, attualmente al lavoro come disegnatore su Orfani, ci ha raccontato i dettagli del del suo nuovo incarico. Qua, il work in progress della sua prima copertina.
Come è nata l’idea e come si è deciso di farti realizzare le copertine per il Maxi Dylan Dog Old Boy?
L’idea è partita da Roberto Recchioni. Un bel giorno telefona e mi chiede:
-“Te la senti di fare una prova di copertina per Dylan Dog “Old Boy”?”
-“Eh…beh…no che non me la sento. Ma è chiaro che ci provo lo stesso.”
-“Ok, fai una cosa pittorica come le illustrazioni digitali di Dylan che hai messo su Facebook. Non è che hai molto tempo eh, e poi, te lo dico per correttezza, non sei l’unico nome in lizza.”
A fine telefonata avevo la testa piena di paranoie e le ginocchia molli. A me le belle notizie mi fanno questo effetto. Qualche giorno dopo ho mostrato delle bozze (quelle che trovi allegate) per sapere se stavo andando nella direzione giusta. La risposta è arrivata la sera con un’altra telefonata di Roberto:
-”Ho fatto vedere le bozze sia a Busatta che a Marcheselli, in pratica sei già preso, procedi pure col definitivo”.
Ottima notizia! Altre paranoie.
Quali saranno le differenze fra il Maxi Old Boy e il Maxi attuale?
Intanto Maxi Dylan Dog Old Boy sarà quadrimestrale e non più semestrale, e conterrà tre storie di disegnatori diversi, a differenza del vecchio Maxi che per ogni numero raccoglieva solo storie disegnate dal duo Montanari & Grassani o da Corrado Roi. Per quanto riguarda i contenuti, sono storie ambientate nell’universo narrativo che precede i vari cambiamenti che partiranno da ottobre. Per intenderci: saranno storie in cui il povero ispettore Bloch sarà ancora dietro la scrivania di Scotland Yard in attesa della pensione e nell’appartamento di Craven Road non ci sarà ancora traccia di telefonia mobile.
Come ti sei approcciato al personaggio?
Nella maniera più istintiva e meno ortodossa possibile. Di solito ho un metodo di lavoro più ragionato, ma in questo caso mi è stato impossibile mantenerlo. Come ho detto, avevo la testa come un bollitore e lo stesso Roberto mi aveva espressamente chiesto di seguire la strada che stavo percorrendo con i miei lavori più personali. E’ stato un rischio e infatti c’è stato un momento in cui stavo prendendo in considerazione l’idea di fare anche una versione meno “artistoide”. Poi, per fortuna, non è stato necessario, anche se è inevitabile che presto dovrò fare un po’ di ordine mentale e affrontare la fisionomia del personaggio in maniera più ragionata.
Per la copertina che scelte hai adottato? Ti sei ispirato a qualche disegnatore storico della serie?
Stano, Mari, Dall’Agnol. Quando si parla di Dylan Dog li considero come la Santa Trinità. La verità è che non ho guardato nessuno dei tre in maniera diretta, non ce n’è stato bisogno perché, di fatto, i loro lavori li ho marchiati a fuoco nella testa. La consegna in se era semplice: una pin-up di Dylan in mezzo a un campo di zucche di Halloween. Da li le strade da percorrere potevano essere diverse, ma fin da subito ho voluto una scena “silenziosa” e di tensione, con un Dylan rilassato ma guardingo piuttosto che in una posa dinamica se non addirittura d’azione. In sostanza una scena tipo Gli Uccelli di Hitchcock.
In futuro realizzerai anche storie per Dylan Dog?
Da due o tre anni circa sono in parola per realizzare una storia del Dylan Dog Color Fest. A dirla tutta, è proprio da questo mio coinvolgimento che sono arrivato fin qui: siccome avevo all’orizzonte l’opportunità di disegnare e colorare una storia di Dylan, in autunno mi sono cimentato con delle illustrazioni digitali per approcciarmi un po’ al personaggio e sperimentare con il colore. Da questi disegni, come dicevo prima, si è creata l’occasione per le copertine. Al momento però sono ancora al lavoro su Orfani, quindi Dylan dovrà aspettare ancora qualche mese. Non mi sentirò mai veramente pronto, ma forse è meglio così.