Sono sicura che ai loro occhi mi vedono come l’artista carina e stravagante, metà inglese, metà giapponese…per loro sono “quella esotica”. In pochi sanno che sono un fottuto caso psichiatrico.
Già vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Angoulême 2013, Il Nao di Brown (The Nao of Brown, Self Made Hero Publishing 2012) di Glyn Dillon – uno dei graphic novel più sorprendenti degli ultimi tempi, sontuoso, delicato e spettacolare – è in arrivo in Italia, tradotto da Bao Publishing.
Nao (si pronuncia “now”) è una giovane e bella ragazza, metà giapponese e metà inglese, afflitta da un disturbo ossessivo-compulsivo che le impedisce di vivere serenamente. Lavorando su sé stessa, coinvolge le persone che le sono accanto e si lascia lentamente trasformare. L’idea del cambiamento, la necessità di evolvere, di tendere verso una stabilità emotiva è ciò che dà linfa alle radici della storia.
Alla domanda del critico inglese Paul Gravett “Pensi che il tuo libro possa essere d’aiuto per le persone che soffrono di DOC o per le persone che li curano/assistono?”, Dillon ha risposto: “Sarebbe bellissimo se fosse d’aiuto o desse un qualsiasi tipo di conforto a qualche malato, o ad un suo familiare o a chi assiste una persona affetta da DOC. Era di certo una mia speranza quando ho iniziato a lavorare al fumetto”. In ogni caso, Il Nao di Brown è un’opera che non si rivolge solo a chi soffre, ma potenzialmente a tutti, nessuno escluso.
“Questo libro è un regalo, un’esperienza trascendentale di amore, speranza e bellezza in tutta la sua violenza, disperazione e brutalità – dice Jessica Hynes nell’introduzione – Dopo averlo letto per la prima volta, mi è venuto alla mente qualcosa che avevo dimenticato e che da quel momento avrei ricordato per sempre: una mente inquieta ti farà credere di essere padrona del tuo corpo, ti vorrà convincere che tu le appartieni. Ma non è così”.
Qui alcune tavole in anteprima.